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Sprints: due nuovi brani sull’incertezza

Dopo il buon riscontro dell’esordio “Letter to self”, la band continua a pubblicare musica.
Sprints: due nuovi brani sull’incertezza
Credits: Eleanor Petry

C’è chi li ha definiti “figli alternativi del mainstream”. Cavalcando l’onda del successo ottenuto dal loro primo lavoro, hanno deciso di pubblicare delle nuove canzoni mantenendo i riflettori accesi sul loro percorso. Dopo due ep convincenti, "Modern Job" e "Manifesto", usciti rispettivamente nel 2021 e nel 2022, a cui hanno fatto seguito tour ovunque sold out nel Regno Unito, i dublinesi Sprints, tra i nomi più caldi della scena garage punk, hanno fatto un grande salto in alto con il loro primo disco ufficiale, "Letter to self", che da qualche settimana è planato nella parte alta della classifica Uk. E lo ha fatto senza cover, senza feat e senza major alle spalle. L’Irlanda, dopo grandissime band come Murder Capital e Fontaines D.C., ha sfornato ancora una volta una realtà su cui si stanno accendendo sempre di più i riflettori.

Nel progetto pubblicato da City Slang, Karla Chubb (voce), Colm O'Reilly (chitarra), Jack Callan (batteria) e Sam McCann (basso) regalano un concentrato di punk elettrico, movimentato, vivace, ma allo stesso tempo denso e profondo. Dopo aver pubblicato il loro convincente debut album, gli Sprints sono tornati con due nuovi brani. Il vero inedito è “Help Me, I’m Spiralling”, mentre “Drones” è la rivisitazione di un vecchio pezzo. Entrambi sono stati eseguiti nelle Black Box Sessions. La band irlandese ha spiegato: “Siamo felici di condividere i resti del caos e della catarsi che hanno caratterizzato il processo di registrazione di ‘Letter to self’. Una rivisitazione di un vecchio brano preferito, e anche uno nuovo, le Black Box Sessions includono ‘Drones’ e ‘Help Me, I’m Spiralling’, due pezzi che esplorano temi di incertezza, ansia e dubbio. Abbracciate la follia e il rumore”.

"Letter to self" è un disco ricco di autoanalisi, di suoni imbizzarriti, ma allo stesso tempo c’è un’atmosfera decadente, tipica delle nuove ondate punk, che viene esorcizzata da alcune intense parti strumentali. È impossibile non rimanere colpiti dallo spirito rock indomito della cantante, Karla Chubb. Il loro disco d’esordio, che non sta certo passando inosservato, osannato da critica e pubblico, è un ottimo biglietto da visita che non può ancora dirci, però, quanto realmente valgono gli Sprints, che, proprio per questo, non perdono tempo e sfornano altri brani tutti da godere.

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