Dentro l’eclettico rave hip hop dei Die Antwoord, live a Milano

Tutto ciò che potrebbe scalfire la propria personalità rimane fuori, tutto ciò che può essere considerato irruente e liberatorio rimane dentro. La sera del 16 aprile, l’Alcatraz diventa infatti un contenuto di aria viziata, sudore e voglia di lasciarsi andare. Sul palco sono attesi i Die Antwoord, il duo rave hip hop sudafricano, che mancava dalle nostre parti da diversi anni. All’assenza in Italia il gruppo sembra voler rimediare in fretta: neanche il tempo di mettere piede sul palco del locale meneghino di via Valtellina che annuncia già nuove date per l’estate prossima.
A riportare nel nostro Paese Ninja e ¥o-landi è il tour “Reanimated”, che segna un ritorno dal vivo dopo una lunga pausa dalle scene durante la quale i Die Antwoord hanno lavorato su nuova musica e, tra controversie e accuse di violenza su minori, hanno dato forma a un album di prossima uscita, “Uit De Hemel Gevallen”, e hanno pubblicato il documentario “ZEF the story of Die Antwoord”.
Il compito di placare l’attesa prima dell’inizio del live è affidato al set della dj e producer Lil2hood AKA Fla$h originaria del quartiere Jamaica del Queens a New York. La tensione che scorre tra il pubblico, pronto e accalcato sotto il palco, si può tagliare con la lama di un coltello. I presenti fremono e scalpitano mentre attendono l’arrivo sul palco dei protagonisti della serata, il cui inizio arriva improvviso con l’abbassarsi delle luci.
L’irruenza di “O Fortuna” da Carmina Burana di Carl Orff offre lo spunto per l’intro del concerto, mentre sotto il comando di DJ Hi-Tek, nascosto sotto una maschera dal volto deforme, si rivela la scena sotto l’accensione dei riflettori. Sul palcoscenico si presenta quindi una sorta di palazzo a più piani, costruito da elementi dorati e colonne dalla forma di esseri altrettanto irregolari. È Ninja il primo del duo a mostrarsi al pubblico, che lo acclama a gran voce. La foga di “Fatty Boom Boom” trasforma da subito il concerto - per il gruppo, come confermato dal palco, il primo in Italia in uno spazio al chiuso - in un gigantesco rave, dove il parterre diventa immediatamente un pogo continuo e affannoso, tra circle pit come bolge e stage diving. Su questo ritmo incessante e dentro l’estremismo visivo dei Die Antwoord, tra immaginari inquietanti, controversi e caotici da essere claustrofobici, fa il suo ingresso in scena anche ¥o-landi. La voce femminile del duo è un essere tanto camaleontico quanto iper-personalizzato, la cui tonalità acuta si intreccia sulle barre di Ninja.
Mentre fuori la città di Milano è in subbuglio per la settimana del Fuorisalone, dentro le mura dell’Alcatraz la violenza sonora dei Die Antwoord si abbatte come un’onda anomala, che scompiglia gli animi e porta l’hip hop dento una dimensione caotica di rave, al limite del pericolo per le prime file dove si rischia lo schiacciamento. Fuori dai gironi infernali del parterre, però, lo spettacolo del “Reanimated tour” è una valvola di sfogo e la spensieratezza dei tocchi elettronici e acidi della musica permette anche a una famiglia con bambini di godersi in libertà la serata.
Al pubblico milanese i Die Antwoord, che in più di un’occasione si lanciano ciascuno in sproloqui e monologhi dalla prepotenza fastidiosa ma che ben apporta carattere alla propria dimensione, propongono in scaletta una serie di loro cavalli di battaglia e successi che rendono il locale meneghino una furia implacabile. Si passa da “Daddy” a “Rich bitch”, da “Pitbull terriere” fino a “Baby's on fire” senza mai smettere di ballare e muoversi, mentre in scena Ninja si butta più volte sul parterre in stage diving folli e ¥o-landi cambia abiti frequentemente. A spettacolo finito, “Enter the Ninja” chiude nel momento dei bis la serata e una scaletta degna di un ritorno così atteso. Dopo un’ora e un quarto dall’inizio, l’uscita di scena dei Die Antwoord, con inchino di Ninja "al contrario" per mostrare le chiappe nude al pubblico, è tanto veloce quanto il bisogno per la folla di raggiungere l’uscita per prendere una boccata d’aria. Più lentamente, invece, la sensazione di straniamento e libertà lascia il corpo dei presenti dopo la fine dello show, un’esperienza imperdibile dentro un eclettico rave hip hop dalla grande tecnica musicale e visiva.