Come Bob Dylan è stato d'aiuto e d'ispirazione per Mark Knopfler

Nonostante il successo e gli anni di leggendaria carriera alle spalle come frontman dei Dire Straits, oltre a una prolifica attività solista di tutto rispetto, Mark Knopfler ha recentemente ammesso di non riuscire a considerarsi ancora un cantante.
Ospite del podcast Rockonteurs, il 74enne musicista ha confessato:
"Ancora non mi considero del tutto un cantante. Per non parlare del fatto che mi ci è voluto molto tempo per pensare a me stesso come un chitarrista, poi come cantautore ci è voluto un po'. E come cantante, non l'ho mai nemmeno considerato".
Nel corso della chiacchierata, quando è stato fatto notare che Knopfler ha prestato la sua voce agli album per decenni, l'artista ha lasciato intendere che si trattava semplicemente della conseguenza di necessità: "Sono stato l'unico a farlo", ha infatti spiegato, aggiungendo che ha continuato a cantare solo "quando ho scoperto che la gente non se ne andava".
Oltre a discutere della sua caratteristica vocalità, con uno stile in cui lui stesso trova influenze attribuibili al blues e al folk, Mark Knopfler ha quindi sottolineato di non considerarsi "un gran cantante" e ha rivelato un artista in particolare che lo ha aiutato a sentirsi a proprio agio dietro il microfono. L'ex leader dei Dire Straits ha indicato Bob Dylan, con cui ha collaborato più volte in studio e dal vivo nel corso degli anni, ha narrato:
"Penso che Bob Dylan sia stato fonte di ispirazione, nel senso che grazie a lui mi sono reso conto che non dovevo per forza essere un classico - considerando tutta la musica che amo, e adoro Frank Sinatra e tutta quella roba. E ho realizzato che dalla musica folk stava venendo fuori qualcosa di diverso. Puoi avere una voce ruvida e grezza come cantante, e poter comunque raccontare la tua storia. La tua storia ha la possibilità di emergere e arrivare al pubblico. Purché tu sia sincero in quello che fai".
Il prossimo 12 aprile Mark Knopfler darà alle stampe il suo nuovo e decimo album in studio solista, "One deep river". Il disco include 12 tracce ed è anticipato dai singoli "Ahead of the game", “Watch me gone” e "Two pairs of hands".