Vasco Brondi continua a trovare tesori tra le macerie

Con “Paesaggio dopo la battaglia”, album uscito nel 2021, Vasco Brondi camminava tra le macerie di un’umanità ferita, ma resistente. Ha raccontato il cambiamento e la vita che, nonostante tutto e a denti stretti, sopravviveva e sopravvive alla catastrofe. Erano gli anni della pandemia, ma il cantautore, come in tutta la sua discografia, anche quella legata al progetto Le Luci della Centrale Elettrica, è sempre andato alla ricerca di “Un segno di vita” che squarciasse l’oscurità, titolo del suo nuovo album in uscita il 15 marzo. Da questo progetto arriva un altro estratto, “Illumina tutto”, che narrativamente continua a essere una prosecuzione di quella ricerca di luce dopo lunghi momenti di buio.
È una canzone che parte sospesa, poi subentra il piano e si apre, musicalmente, sempre di più, proprio come se fosse una finestra da cui entrano raggi di sole sempre più forti e caldi. È un pezzo che sprigiona empatia, immedesimazione, voglia di andare avanti anche se non è andato affatto tutto bene. Dal punto di vista interpretativo Vasco è diverso, ma è sempre lui: già dai singoli precedenti ha intrapreso una strada di “pop-impopolare” (il libro “Piccolo manuale di pop impopolare” sarà allegato ad alcune versioni del nuovo album, ndr) con cui mantiene intatto il suo modo di fare musica e di raccontare la realtà, allargando però i suoi confini sonori e vocali, in modo coerente con la sua visione dell’arte, sempre in movimento proprio come lui, viaggiatore incallito. Quello di oggi è un Brondi più pop, ma “fedele alla linea, anche se la linea non c’è”, per citare i CCCP.
“Il brano è un credo, uno strano credo, ma ognuno ha il suo. È la storia di qualcuno che parte con tutti i pronostici contro e un fuoco dentro che brucia ma illumina tutto. Di qualcuno che grida 'Arrivano i nostri' anche se poi non arrivano i nostri. C’è il mondo al di là degli schermi, la vita e la morte dei santi, il risveglio improvviso dei vulcani. La fame e la sete di vita. L’amore, gli archi e le chitarre distorte”, racconta Vasco Brondi, che presenterà il nuovo disco con un tour in partenza il 5 aprile e con tante date già sold out. Appuntamenti preceduti da alcuni instore previsti dal 15 marzo in poi. Brondi si conferma un cantautore dalla penna magica, capace di trasportare dentro storie che sono di oggi, ma che contemporaneamente sembrano viaggiare, come un tappeto volante, sopra il tempo.