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CCCP un ritorno, “Altro che nuovo nuovo”

Un cerchio si chiude: un album con un live del 1983 nell’attesa del nuovo tour estivo
CCCP un ritorno, “Altro che nuovo nuovo”
Credits: Gianni Sibilla

Da quando si è risvegliata, la “cellula dormiente” dei CCCPFedeli alla linea (come l’ha definita Giovanni Lindo Ferretti) ha ripreso una frenetica attività e strada facendo si aggiungono nuovi elementi per questo ritorno, per certi versi sorprendente, soprattutto per quanto riguarda la risposta del pubblico.

Ricordiamo gli eventi. Tutto nasce con la fortunata mostra “Felicitazioni! CCCP - Fedeli alla linea. 1984 - 2024” per festeggiare i 40 anni dal primo disco e che si sta svolgendo (è stata prorogata) a Reggio Emilia che ha raccolto e cristallizzato la storia del collettivo emiliano (“ci ha mostrato finalmente immobili, senza la dinamicità del palco” come sostiene Massimo Zamboni). Con la mostra una raccolta antologica discografica. A lato dell’esposizione una serie di incontri in teatro in cui i CCCP - Fedeli alla linea si raccontavano e suonavano “qualcosa dal palco”. Poi la serata tra chiacchiere e musica al Premio Ciampi a Livorno. A seguire l’annuncio di una serie di date a Berlino, laddove tutto ebbe inizio. Prima una data, poi due e infine tre sorprendenti sold out (24, 25 e 26 febbraio all’ Astra Kulturhaus).

Il 23 febbraio, con gli strumenti già caricati in macchina e il navigatore impostato verso Berlino, i CCCP fanno uscire “Altro che nuovo nuovo”, un album dal vivo con delle registrazioni risalenti al 1983, esattamente al primo concerto della band nella loro Reggio Emilia. È proprio durante la presentazione alla stampa di questo documento sonoro live che viene sganciata l’ultima notizia bomba: nell’estate 2024 la formazione originale dei CCCP (Massimo Zamboni, Giovanni Lindo Ferretti, la benemerita soubrette Annarella e l’artista del popolo Fatur) tornano a esibirsi live recuperando il vecchio repertorio della band. Al momento altri dettagli non sono stati resi noti, seguirà il calendario completo dei concerti estivi.

Questo è ciò che arriverà, però nel presente dei quattro c’è questo album live, un inaspettato documento sonoro miracolosamente strappato al macero. Sì, perché questo era il destino di quei nastri, come ricorda Zamboni. “Frugando nei nostri archivi per preparare la mostra - dice il chitarrista - è venuta fuori una vecchia bobina che conteneva le registrazioni della prima esibizione nella nostra città. Era il 3 giugno 1983 e suonavamo nella palestra dell’Arci Galileo. Abbiamo portato quei nastri a un'azienda specializzata nel recupero i quali ci hanno detto che erano troppo deteriorati per essere utilizzati. Ci hanno chiesto se li buttavano via loro o se li rivolevamo indietro e noi abbiamo scelto la restituzione. Parlando poi in Universal, la nostra casa discografica, loro ci hanno proposto un ulteriore disperato tentativo in un’altra struttura che miracolosamente è riuscita a rendere utilizzabili i nastri e quindi farne un disco.” Al momento del riascolto la sorpresa di trovare tre brani inediti, due completamente dimenticati un terzo mai pubblicato. Ecco allora “Oi Oi Oi”, “Onde” e “Sexy Soviet” la cui versione presente su questo live “Altro che nuovo nuovo”, è inedita in quanto il brano è stato modificato più volte nel corso del tempo, fino a raggiungere una forma definitiva con la pubblicazione nel 1989 sotto il titolo di “B.B.B.” nell’album Canzoni Preghiere Danze Del IIº Millennio - Sezione Europa”. Sul disco un totale di 18 tracce, quelle del concerto di Reggio.

Nel 1983 la band non aveva ancora una produzione discografica (il primo singolo risale all’84 e l’Ep di esordio è dell’86) eppure in quell’occasione già mostra le basi di quello che sarà, anche se in una formazione differente, quella degli esordi. È lo stesso Ferretti, come al solito irrefrenabile nelle parole, a raccontare la storia. “Quando siamo nati eravamo un gruppo classico, con la batteria di Zeo Giudici (fratello di Annarella), Umberto Negri al basso più io e Massimo. Poi Zeo è partito per il militare, Umberto ha deciso di lasciare per gli studi e allora Massimo ha ricostruito tutto portando dentro Annarella e Fatur.” Da lì è nato un progetto nuovo che si è evoluto e che ha segnato la storia della musica italiana lasciando un segno nel pubblico che ancora oggi, anche su generazioni differenti, colpisce e fa presa (come dimostrano i 34.000 - a oggi - visitatori della mostra a Reggio).

Questo disco ha un duplice valore. Testimonia infatti quel concerto, quella formazione e di quanto il gruppo fosse già avanti nel proprio processo e percorso artistico e creativo e anche quanto fosse importante l’espressività live. “A noi - spiega sempre Ferretti - di fare i dischi non ci è mai interessato. Eravamo una band live, quello volevamo fare, suonare dal vivo, stare su un palco. Siamo sempre state bestie da palcoscenico. Poi è arrivata la Attack Punk Records che ci ha convinti a registrare.” Era il 1983 eppure, come dimostra il concerto già c’erano, seppure espressi in maniera diversa (e anche in forma ridotta, mancando la componente teatrale introdotta poi da Annarella e Fatur) gli elementi essenziali che si evidenzieranno nel tempo. “In questo concerto - spiega Fatur - ci sono le passioni primarie di Massimo e Giovanni, con la batteria di Zeo che li fa sembrare un gruppo punk tedesco, ma ci sono anche i Rolling Stone con “Onde” e “Oi Oi Oi” invece rimanda ai Ramones. Ci sono in sostanza le tendenze dei CCCP in fase di gestazione. ”

È Ferretti invece a spiegare come il repertorio fosse così ricco e i CCCP avessero già un buon seguito locale. “Io e Massimo, tornati da Berlino e formato il gruppo, ci siano trasferiti per un anno a vivere tutti insieme con Umberto e Zeo in una casa a Fellegara (vicino a Reggio). Lì abbiamo suonato costantemente, tutti i giorni, nella massima libertà creativa, dando vita a dei brani che poi diventeranno il patrimonio dei CCCP. Quella casa era sempre aperta, chiunque poteva venire ad ascoltarci”. È così che il quartetto si è creato uno zoccolo duro, una fan base si direbbe oggi, che poi ha accompagnato la loro crescita.

L’unico ad aver riascoltato quei nastri del 1983 è Massimo Zamboni. “La sorpresa più grossa - dice il chitarrista - è stata la voce di Giovanni, sentirlo cantare in quel modo e così intonato mi ha sorpreso. La pecca più grande sono i mie errori di chitarra. Ma li abbiamo volutamente tenuti perché fanno “vita”. Guardo a quel passato non con condiscendenza ma con molto rispetto.”

Quella tra gli artisti è una ritrovata intesa che permette loro di ridare vita a un progetto che non è la mostruosa creatura del professor “Frankestin”, assemblata con pezzi differenti (soprattutto un cervello) riportata in vita, ma pare veramente il risveglio di una vecchia cellula dormiente, anche se tutto ciò che sta intorno ai CCCP è oggi differente, distante da quei tempi, quindi in un contesto lontano dall’originale. “Non ci siamo mai pensati militanti - afferma Zamboni - anzi siamo nati in un periodo in cui la militanza era arrivata alla fine, tra eroina, viaggi impossibili e ripiegamenti vari. Lo scopo era proprio di uscire dalla militanza”. E sui tempi cambiati Zamboni fa una battuta. “Siamo nati quando il Pc era un partito ora … è un computer.”

Sorprende la ritrovata unità, la voglia e la coesione per proseguire, anche se le strade di Ferretti e Zamboni si sono separate e le fratture insanabili tra i due sono arrivate più tardi. “Nel tempo - ammette Ferretti - ho fatto scelte diverse, non rinnego nulla di ciò che è stato con i CCCP e nemmeno il mio percorso. Quando arrivano i CCCP, che siamo indissolubilmente noi quattro, arriva una collettività e io mi ritraggo, i miei pensieri li conservo nella mente. Come singolo devo fare tre passi indietro in un contesto collettivo. Non ho necessità di esprimere il mio ego. I CCCP sono un’entità di grande soddisfazione. Se e quando non ci sono allora Ferretti apre ad altre storie e scenari, che rientrano nel momento in cui sto nella band.”

A proposito dei prossimi concerti sempre Ferretti ricorda che l’ultimo disco del quartetto (“Epica Etica Etnica Pathos” del 1990 pubblicato poco prima dello scioglimento della band avvenuto con la caduta del muro di Berlino il 3 ottobre 1990), non ha mai avuto un tour. “Mi piacerebbe ripartire da lì per i prossimi concerti, riproporre quel disco mai suonato live. L’idea - aggiunge - è di costruire una giusta scaletta per evidenziare la complessità dei CCCP.”

Attendiamo fiduciosi.

Tracklist
"Live in Pankow",
"Punk Islam",
"Sexy Soviet",
"Militanz",
"Onde",
"Stati di agitazione",
"Trafitto",
"Kebab Träume",
"Manifesto",
"Valium Tavor Serenase",
"Tu menti",
"Mi ami?",
"Morire",
"CCCP",
"Noia",
"Sono come tu mi vuoi",
"Emilia paranoica"

"Oi Oi Oi".

 

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