Sanremo che vieni, Sanremo che vai: il ritorno di Diodato

Nel 2020 Diodato arrivò da outsider a Sanremo e ne uscì vincitore, a sorpresa ma non troppo: era alla terza partecipazione, la seconda nei “Big” e si presentò con “Fai rumore”, una delle più belle canzoni italiane degli ultimi anni - sarebbe diventata il simbolo dei mesi in lockdown, ma ancora non lo sapevamo. Nel 2024 torna con “Ti muovi”, una ballata in crescendo, fatta per valorizzare l’orchestra - c’è la mano di Rodrigo D’Erasmo agli arrangiamenti e di Tommaso Colliva alla produzione, come per l’ultimo album “Così speciale” e per “Fai rumore”.
Ma quello che vedremo sul palco dell’Ariston è un Diodato più leggero, nello spirito e nell’approccio: “Anche se è un palco che mi ha fregato un sacco di volte, quando ti ritrovi lì poi l’emozione è forte”, racconta negli uffici milanesi della Carosello Records, la sua etichetta.
Sanremo che vieni, Sanremo che vai
La decisione di tornare al Festival, racconta, è nata dalla cover che porterà il venerdì assieme a Jack Savoretti: “Amore che vieni amore che vai” di Fabrizio De André, “Se ho avuto un po’ di attenzione è grazie a quella canzone, ho voluto chiudere un cerchio”, spiega. La incise in versione rock nel 2013 per il film “Anni felici” di Daniele Luchetti: contribuì al suo percorso tanto che l’anno dopo venne selezionato tra i giovani con "Babilonia"; la incluse poi nel primo album "E forse sono pazzo". “Se ci penso, quando ho iniziato non mi sarei mai immaginato al Festival, lo vedevo come una cosa lontana. Ora è la sesta volta, contando anche quando sono stato ospite: mi sento un po’ a casa. Non che mi senta proprio a mio agio, ma un po’ più a mio agio della prima volta, questo sì”, sorride. Merito di Amadeus, spiega: “Una volta che ti sceglie, porta la sua scelta fino in fondo e la sostiene. Sei molto libero, ti dice cosa vede ma c’è un bel confronto che ti fa sentire parte di qualcosa di più grande”, racconta - dicendo che anche quest’anno gli ha dato un suggerimento, come fece nel 2020, anche se non vuole rivelare quale.
"Ti muovi" e il nuovo progetto discografico
La nuova canzone, racconta, non è la chiusura di “Così speciale”: l'album - premio Rockol Award come disco dell’anno - non verrà ripubblicato in versione espansa. Piuttosto è un nuovo inizio, la prima tappa verso un nuovo album. “Il brano”, racconta “è il manifesto di un flusso emotivo di cui mi sono immerso da un po’ di anni, un viaggio di crescita personale e umana in cui sono circondato da belle persone. È un brano di speranza: racconta il sentimento della sorpresa e del tormento di vedere compromesso un equilibrio, ma anche l’abbandono e il sottile piacere che ti crea una situazione di cambiamento. Una sensazione che mi sono trovato a provare, scoprendo poi di condividerla con delle persone che stavano vivendo una situazione simile. Così ho pensato che dovevo raccontarla: è un brano che ha una sua luce e un'energia che viene fuori poco per volta”.
Prima del nuovo disco, c’è un progetto discografico che verrà annunciato a breve: “Questa canzone è un primo passo verso qualcos’altro, la immagino all’interno di un prossimo album, ma nel frattempo farò anche un altro passaggio”, spiega.
Negli ultimi tempi Diodato è stato alle Officine Meccaniche, gli storici studi milanesi di Mauro Pagani, dove ha riregistrato in presa diretta alcune canzoni del suo repertorio, ripensate dall’esperienza dei concerti: “Gli incontri di questi anni mi hanno trasformato, hanno cambiato la mia attitudine”, spiega. “Mi piace che le canzoni siano un corpo vivo sul palco. Di solito scrivo un brano con delle idee di arrangiamenti e lo registro, poi sul palco si trasforma. Qua ho fatto il processo inverso: sono partito dalle canzoni e le ho portate in studio con la band”.
L’album conterrà sia “Ti muovi” che “Amore che vieni amore che vai”, ma in versione un po’ diversa da quelle presentate a Sanremo, e un’altra cover. “La musica ti permette di andare in profondità ma anche di giocare, per creare una nuova consapevolezza”, conclude.