Cosa resterà del pop italiano di questo 2023?

La canzone più ascoltata? È “Cenere” di Lazza, 134,6 milioni di streams da febbraio a dicembre. La seconda? No, non è “Italodisco” dei Kolors, ma “Gelosa” di Finesse, Shiva, Sfera Ebbasta, Guè e Drillionaire, con 107,8 milioni di streams. E se non l’avete mai sentita, chiedete a figli e nipoti. Al terzo posto? Non c’è “Mon amour” di Annalisa, ma “Vetri neri” di Ava, Anna e Capo Plaza. E poi - a seguire, considerando solo gli italiani - “Come vuoi” di Geolier, “Hoe” di Tedua e Sfera Ebbasta, “X caso” di Geolier e Sfera Ebbasta, “Il male che mi fai” di Geolier e Marracash, “Supereroi” di Mr. Rain e “Tango” di Tananai. Così, almeno, secondo i dati di Spotify realtivi alle canzoni più streammate del 2023. Tra gli album è un bel testa a testa tra “Il coraggio dei bambini” di Geolier e “La Divina Commedia” di Tedua. Il primo aveva spopolato nel primo semestre dell’anno, arrivando a vendere oltre 150 mila copie e a vincere tre Dischi di platino. Il secondo da giugno in poi ha conquistato per dodici settimane non consecutive la vetta della classifica Fimi/Gfk, pareggiando quanto a Dischi di platino i conti con l’album di Geolier. Ma se i numeri lasciano il tempo che trovano, forse il vero metro per capire cosa resterà davvero del pop italiano di questo 2023 rimane la percezione comune, il sentimento popolare, che ha regole tutte sue e criteri di valutazione non analitici, ma forse proprio per questo più credibili di contatori sulle piattaforme e quant’altro.
È lì che trionfano sì “Cenere”, sì “Supereroi”, sì “Tango”, ma anche e soprattutto il tormentone dei Kolors e quello di Annalisa, che dopo essere stata tante cose tutte diverse tra loro sembra aver finalmente trovato una sua collocazione nel mercato discografico. Quando tra quarant’anni ricorderemo chi eravamo, dove eravamo e cosa facevamo nel 2023, forse ci verrà in mente come un flash quel ritornello: “Questa non è Ibiza / Festivalbar con la cassa dritta”, oppure “Ho visto lei che bacia lui / che bacia lei / che bacia me”. E magari ci salirà pure un po’ di nostalgia.
Per i concerti è diverso, però. Lì i numeri contano. Eccome se contano: uno spettatore non è uno stream, non è qualcosa di immateriale, di liquido. E un palasport o uno stadio devi riuscire a riempirlo: non tutti ci riescono. È un altro campionato, quello dei live. Che nel 2023 è stato vinto a mani basse dai Pinguini Tattici Nucleari: 1 milione di biglietti venduti in tutto. 590 mila quelli liquidati con il tour negli stadi di quest’estate, altri 410 mila quelli già piazzati in prevendita per il tour nei palasport in programma la prossima primavera. Non hanno scatenato terremoti di pubblico - un trend di questo 2023 - come Travis Scott al Circo Massimo, ma a modo loro hanno ribaltato le gerarchie della musica dal vivo del nostro Paese. L’eterna sfida tra Vasco e Ligague è stata vinta dal primo: 474 mila biglietti venduti dal rocker di Zocca per il tour negli stadi, 320 mila da quello di Correggio tra Olimpico di Roma, San Siro e palasport.
E se tra il ritorno di Sfera Ebbasta con “X2VR” e quello di Ghali con “Pizza Kebab vol. 1” la trap ha tentato la carta della nostalgia, Marracash con i 140 mila biglietti venduti per il suo Marrageddon a Milano e Napoli ha segnato un prima e un dopo nella musica del Paese, e non solo rap. Si è ritrovato a fare i conti con la nostalgia anche l’indie, del resto: Tommaso Paradiso nel tour nei palasport legato all’album “Sensazione stupenda” è tornato a suonare con l’ex Thegiornalisti Marco Rissa e il ritorno di Calcutta è stato accolto con 90 mila biglietti polverizzati con sei mesi di anticipo per le date della tournée di “Relax”. Insieme a quello di Tedua, che ha portato nei palasport una produzione ambiziosa e imponente, quello del cantautore di Latina è stato il tour più chiacchierato dell’autunno. I Maneskin proseguono per la loro strada: chissà dove li porterà. La bolla dei joint album - da Irama e Rkomi a Noyz e Salmo, passando per Coez e Frah - si è gonfiata meno del previsto.
E il pop? Resiste, lottando con le unghie e coi denti. Marco Mengoni ha trionfato a Sanremo con la sua “Due vite”, Laura Pausini è tornata dopo un silenzio discografico lungo cinque anni e con il suo “Anime parallele” ha raccontato di avere ancora delle cose da dire e così ha fatto Emma con il suo “Souvenir”. Tiziano Ferro ha venduto 500 mila biglietti con il suo tour negli stadi, Max Pezzali ha fatto ballare 470 mila spettatori con uno show di sole hit rinunciando a proporre qualsiasi tipo di novità. Ultimo è riuscito a portare 195 mila spettatori all’Olimpico, in tre serate: nell’era dei sold out gonfiati la sua favola è stata realtà.