Rockol30

Dietro le quinte e sul palco con i Calexico

La band a Reggio Emilia per l'anteprima del Barezzi, raccontata da chi la conosce bene
Dietro le quinte e sul palco con i Calexico
Credits: Carlo Martelli

Premessa: mi occupo, da appassionato e discografico, dei Calexico da una ventina d'anni. Da quell' "Hot Rail" che fu splendida conferma dell'album che aveva fatto fragorosamente scoprire al mondo l'esistenza dei Calexico: "The Black Light".
Joey Burns e John Convertino. Due musicisti troppo preparati e creativi da rimanere confinati, loro che dei confini hanno cantato e cantano, in una band pur incredibile come i Giant Sand di Howe Gelb . Si potrebbe obiettare che tale posizione non mi rende molto super partes nel descrivere quanto accaduto sul palco (e non solo) del magnifico Teatro Municipale Romolo Valli in Reggio Emilia, succosissima anteprima di una piccola grande eccellenza italiana come il Barezzi Festival (che ritorna Bal 19 al 26 novembre a Parma e dintorni, con Jesus and Mary Chain e proprio i Giant Sand, tra gli altri). 

Beh... qualche ragione ce l'ha. Però è altrettanto vero che proprio averli visti dal vivo decine di volte nel corso di tutti questi anni fa di me un esperto nel valutare quanto sia stata valida una loro esibizione. E quella di Reggio Emilia non è stata valida. È stata magnifica.

Ma andiamo per ordine. Il tour che celebra il ventennale dall'uscita di quel terzo capolavoro della loro discografia chiamato "Feast Of Wire", album recentemente ripubblicato in edizione celebrativa con l'aggiunta di un intero concerto, ha permesso al pubblico, che ha mandato sold out la splendida location del concerto, di ascoltare molte canzoni che non venivano eseguite da tantissimi anni, alcune ma eseguite live nel Belpaese. Ed ha permesso anche ai Calexico di cimentarsi con canzoni del passato che riprendono forma sul palco e danno ai musicisti la possibilità di sorprendersi, di generare nuove alchimie, di divertirsi come forse non gli succedeva da tempo.

Tutto questo è palpabile, lo vedi sui loro volti. Ma lo percepirebbe chiunque anche ad occhi chiusi. L'inizio è affidato all'apertura di Brian Lopez, giovane chitarrista recentemente arruolato dalla band. E qui si consuma il primo, adorabile, paradosso: dopo gli iniziali brani per sola voce e chitarra, Brian viene raggiunto sul palco dagli altri e si assiste quindi ad un concerto nel quale i Calexico sono backing band del loro chitarrista. Poi arriva il secondo paradosso, quando Brian intona una cover di "Immensità" dal repertorio di Andrea Lazlo De Simone. La canta in un italiano non troppo incerto e la band (con Burns al basso) lo segue. Nonostante qualche lieve incertezza iniziale, la cover viene fuori piuttosto bene. Gli applausi del pubblico sono lì a confermarlo.

Dopo una breve pausa ecco che arrivano i Calexico. "Feast of Wire" viene eseguito in sequenza, quindi l'inizio è da ko, esattamente come accadeva col supporto. "Sunken Waltz" è luminosa, malinconica e gioiosa al tempo stesso. La successiva "Quattro (World Drifts In)" è proposta in un arrangiamento arioso, con soave leggerezza. Una goduria. "Black Heart", che arriva dopo la parentesi strumentale di Stucco, forse risente dell'assenza dei veri violini, sostituiti dalla tastiera, che la connotavano su disco. Ma Burns la canta con un trasporto che ne fa presto dimenticare l'assenza.  Poi arriva la preziosa "Pepita" e tutto diventa magico. Una versione dilatata e pazzesca di quello che è uno dei migliori strumentali mai composti dal celebre duo Burns/Convertino. Non si fa in tempo a riprendersi ed ecco "Not Even Stevie Nicks" in mashup con "Love Will Tear Us Apart" dei Joy Division, col teatro intero a cantare il ritornello.  

Le canzoni di "Feast Of Wire" risplendono, abbaglianti. La slide di "Close Behind", contrappuntata dai fiati e impreziosita dalla fisarmonica, è un altro tassello strumentale inestimabile. "Woven Birds" è una carezza al cuore e Joey Burns dimostra non solo le sue qualità come chitarrista e compositore, ma come interprete, superbamente sostenuto dal drumming originale di Convertino. Un batterista che non suona mai come le volte precedenti. "Across The Wire" è un trionfo, così come la cover dei Love "Alone Again Or" e la trascinante "Guero Canelo". 

Ma la botta finale arriva con le conclusive "Crumble" e "No Doze". La prima ti trasporta in scenari urbani, con quell'andamento jazzy già intravisto in "Attack El Robot! Attack!" con i due fiati che da squillanti mariachi si mimetizzano tra vicoli e fumi metropolitani. "No Doze" è pura psichedelia, con coda nella quale i musicisti si lanciano in un finale chitarristico clamoroso (alla fine sono ben tre le elettriche ad intrecciarsi) di fronte ad un pubblico in estasi.

Finita una celebrazione ne inizia un'altra. Ci si fa spezzare il cuore da una "Fortune Teller", eseguita in solitaria da Burns, ci si esalta e si esulta con il classicone "Minas De Cobre" che va come un treno, si scende ancora più a Sud  festeggiando con Inspiracion e "Flores y Tamales". Il pubblico lascia le poltrone rosse, si addensa sottopalco, Ne vuole ancora. Ed ecco  "Cumbia de donde", fino alla conclusiva "Crystal Frontier", che chiude in modo sfarzoso una serata memorabile.

Sì, anche per chi, come me, di concerti dei Calexico ne ha visti tantissimi. E che fosse stata una serata davvero speciale lo raccontavano gli occhi dei protagonisti sul palco, non solo le facce felici delle persone che uscivano.  Nessun confine potrà mai contenere la musica dei Calexico.  Per fortuna.

SETLIST

Sunken Waltz
Quattro - World Drifts In
Black Heart
Pepita
Not Even Stevie Nicks... / Love Will Tear Us Apart
Close Behind
Woven Birds
Attack el Robot! Attack!
Across the Wire
Dub Latina
Alone Again Or - Cover di Love
Güero canelo
Crumble
No Doze

BIS #1

Fortune Teller
Minas de cobre (For Better Metal)
Inspiración
Flores y tamales

BIS #2

Corona - Cover di Minutemen
Crystal Frontier

La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.