Che disagio, vedere il film di Taylor Swift in mezzo ai suoi fan
Taylor Swift è ovunque. Sul cartonato posizionato all’ingresso del cinema, davanti al quale, a turno, i fan si fanno scattare foto da postare sui social. Sulle scatole dei popcorn e sui bicchieroni delle bibite. Sulle locandine, naturalmente. E soprattutto sulla bocca dei fan, che parlano tra di loro della popstar statunitense dei record come se fosse un’amica in comune, chiamandola per nome: semplicemente Taylor. Quando alle 21.50, dopo la pubblicità, la cantautrice finalmente si palesa, la sala esplode di gioia. Fa nulla che Taylor sia solamente un’immagine in movimento proiettata sul maxischermo: per i 116 spettatori che si sono dati appuntamento in questo cinema all’interno di un centro commerciale della periferia romana, acquistando per 21,89 euro un biglietto a testa per assistere alla terza proiezione della serata del film dell’”Eras tour”, nel primo giorno d’uscita, è come se Taylor fosse esattamente qui. “Questa è l’ultima data del mio tour negli Usa: è stata un’esperienza fantastica, incredibile”, dice lei, rivolgendosi agli oltre 70 mila spettatori del SoFi Stadium di Los Angeles, dove ha registrato il concerto, parte del tour che ha segnato il suo ritorno sui palchi dopo cinque anni e che con oltre mezzo miliardo di dollari incassati con i primi 52 show è già entrato nella top ten - all’ottavo posto, per ora - delle tournée più redditizie di sempre. “E adesso ti aspettiamo qui”, grida un ragazzo sui 40 anni, da una poltrona della fila alle nostre spalle, tenendo le mani a imbuto intorno alla bocca come per farsi sentire meglio. Gli altri 115 spettatori si scatenano, tra urla e applausi.
Il conto alla rovescia
Il conto alla rovescia per i due show che tra esattamente nove mesi, il 13 e 14 luglio 2024, vedranno Taylor Swift esibirsi dal vivo sul palco dello Stadio San Siro di Milano, è partito già da tempo tra gli “swifties”. È così che si chiamano tra loro i fan della popstar, per lo più ex adolescenti che dai tempi dei primi video su Mtv non hanno praticamente mai smesso di seguirla, e pazienza che a 30, 33 (l’età della popstar) o 35 anni stiano trascorrendo il loro venerdì sera mangiando popcorn da una scatola con sopra stampato il volto della loro beniamina mentre cantano a memoria tutte le canzoni in scaletta, controllando nel frattempo i like alla foto che hanno appena postato tra le loro storie su Instagram, scattata prima di entrare in sala davanti al cartonato della popstar, circondati da palloncini e coriandoli. Sapete quanti erano quelli che ieri in tutta Italia hanno acquistato i biglietti per assistere per primi alla proiezione del film dell’”Eras tour”? 16,303.
I dati italiani relativi al giorno dell'uscita
Avete letto bene: sedicimilatrecentotré. I dati sono quelli ufficiali del box office pubblicati da Cinetel. Nel primo giorno di uscita nelle sale cinematografiche italiane, ieri, il film che fa rivivere sugli schermi di 8,500 cinema di cento paesi il concerto con il quale Taylor Swift ripercorre la sua intera parabola artistica dagli esordi fino all’ultimo album “Midnights” ha incassato 319,548 euro, più del doppio degli incassi relativi alla giornata di ieri de “L’esorcista - Il credente”, pari a 137,194. Un trionfo. Negli Usa gli incassi della giornata di ieri sono stati pari a 39 milioni di dollari: una cifra leggermente inferiore alle previsioni, che parlavano di un incasso tra i 100 e i 125 milioni di dollari ai botteghini Usa e tra i 150 e i 200 milioni di dollari ai botteghini globali nel primo week end. Ma comunque impressionante e storica: le stime proiettano infatti “Taylor Swift - The Eras Tour” già oltre i 94 milioni di dollari incassati da Justin Bieber con il suo “Never say never” del 2011, incoronandolo di fatto come il film concerto più redditizio della storia.
Sembra il multiverso
In questa sala della periferia romana sembra di essere a una sorta di prova generale, in miniatura, di quelli che saranno gli show italiani della nuova regina del pop. Il film, diretto da Sam Wrench, già al servizio dello stesso Justin Bieber, di Billie Eilish e dei Blur, è un kolossal pop: un monumento a Taylor Swift, ritratta in tutta la sua grandezza. Body glitterato e stivali: è così, da supereroina, che fa il suo ingresso sul palco lei, sulle note di “Cruel Summer”, una canzone contenuta nell’album “Lover” del 2019 che da quest’estate, a distanza di quattro anni dalla sua uscita, macina milioni di streams su Spotify (solo nell’ultima settimana sono stati 30 milioni, più di 21 delle 23 canzoni dell’ultimo album di Drake, appena uscito). E ti ritrovi subito in mezzo a un’ovazione: non quella degli spettatori del SoFi Stadium di Los Angeles, ma quella della sala. Taylor non ha neppure bisogno di chiedere gli applausi: scatena boati solo muovendo il dito sul palco, come per magia. E comanda, da dentro lo schermo del cinema, anche i fan seduti sulle poltrone. “Mi fate sentire come se stasera mi stessi esibendo davanti al SoFi Stadium tutto esaurito”, dice. Sembra il multiverso, o una puntata di “Black Mirror”.
Un karaoke che ti fa sentire un po' a disagio
Dall’inno femminista “The man” a “Karma”, passando per il country pop acqua e sapone di “You belong with me” e quello più maturo di “Betty”, la versione di 10 minuti di “All too well”, il pop elettronico di “Blank space”, “Shake it off e “Bad blood”, fino ad arrivare a “Anti-Hero”: per 165 minuti - e cinque canzoni della scaletta del concerto, “Cardigan”, “Wildest dreams”, “The Archer”, “Long live” e “No body, no crime”, sono state pure tagliate - si assiste a un karaoke che ti fa sentire anche un po’ a disagio, in mezzo ai fan che parlano tra loro in codice citando i versi iconici delle sue canzoni, così coinvolti, così convinti, così partecipi: “I’m sorry, but the old Taylor can't come to the phone right now / why? Oh, 'cause she's dead”, si infiammano su “Look what you made me do”. Poche popstar mondiali possono vantare una fanbase così affezionata e devota. “Look what you made me do” è una delle canzoni dell’album “Reputation” del 2017, quello con il quale Taylor Swift chiuse in soffitta i panni della ragazza della porta accanto degli esordi e giocò con l’immagine della donna crudele e sanguinaria, super attenta alla sua immagine pubblica e intenzionata a non perdere nemmeno un centimetro del suo impero multimilionario. A proposito: secondo Forbes il patrimonio della popstar vale qualcosa come 740 milioni di dollari. E tra musica e altre attività, a partire dagli accordi con i vari marchi, Taylor Swift guadagna ogni anno la bellezza di 150 milioni di dollari. Però.
Di normale c'è ben poco
“Sembra tutto perfetto”, dice Taylor Swift ad un certo punto. Ad essere perfetta è soprattutto lei. Una macchina da guerra: canta (le canzoni che scrive), suona la chitarra, suona il pianoforte, balla, recita. “Taylor Swift - The eras tour” è il trionfo di una ragazza apparentemente normalissima: americana, bianca, bionda, occhi azzurri, bella, sexy. Ma non c’è niente di normale in quello che fa Taylor Swift. Unendo musica, social, marketing e talento, ha contribuito con le sue intuizioni a rivoluzionare il music biz e lo show biz più in generale (basti pensare come la battaglia per rivendicare la proprietà dei master dei suoi dischi abbia spinto altri colleghi a seguirne le orme). Ne ha fatta una delle sue anche stavolta, negoziando direttamente con le catene delle sale cinematografiche, escludendo le major. Il 27 ottobre uscirà l’attesa “Taylor’s Version” di “1989”: il disco del 2014 rivivrà in una nuova versione, parte della serie di reincisioni dei suoi album che la cantautrice ha inaugurato nel 2021 con “Fearless” e “Red”, trovando nel frattempo anche il tempo per scrivere, registrare e pubblicare un nuovo disco di inediti, “Midnights”. Sarà il quinto disco pubblicato da Taylor Swift in due anni: “Voglio pubblicare quanti più dischi sia umanamente possibile fare per mantenere vivo il legame che ho con voi”, ha detto recentemente ai suoi fan. Fa quasi paura.