Femminilità ed eleganza fanno rima con India.Arie

India Arie Simpson si è data come nome d'arte India.Arie. La sua stella da una decina d'anni a questa parte – stando a spulciare le classifiche di vendita – è in declino. Ma i suoi primi cinque album, partendo da "Acoustic soul" del 2001 fino a "Songversation" del 2013, hanno tutti conquistato la top ten della chart statunitense ponendola come una delle maggiori interpreti soul e rhythm and blues della sua generazione. Oggi India compie 48 anni la vogliamo festeggiare riproponendo la nostra recensione del suo disco d'esordio che scrisse Alessandra Zacchino.
Ampiamente messa in risalto da Spike Lee nella colonna sonora del suo film Bamboozled, India.Arie è un nuovo nome da aggiungere alla lista degli artisti di “new soul”. Carismatica, emozionante e semplice, India.Arie si esprime al meglio nel suo album di debutto “Acoustic soul”, fondendo sonorità acustiche, ritmiche di derivazioni hip-hop e testi che spaziano dal sogno alla realtà. La sua musica è semplice e sofisticata al tempo stesso, intrisa di atmosfere che richiamano l’orgoglio africano, dei cui colori la cantante ama vestirsi e costruendo uno stile che, per una esordiente, è facile riportare ad altri suoi predecessori (Erykah Badu e Tracy Chapman sono le somiglianze che più direttamente vengono in mente), ma che si è già guadagnato una sua credibilità.
Attraverso canzoni come “Video”, “Brown skin” e “Ready for love”, India.Arie ha costruito la sua filosofia, espresso i suoi sentimenti, cantato le sue canzoni con il corpo, la mente e l’anima. Una nuova stella del soul, una Tracy Chapman del nuovo millennio, dotata spesso di quella eterea innocenza che in molti hanno apprezzato nella cantante Amel Larrieux o la forza espressiva delle sue radici storiche come in Me’Shell Ndegeocello. E’ orgogliosa di non essere allineata alle nuove stelline R&B in circolazione e della sua personalità a tinte forti (“Video”), riverente verso i suoi miti (“Wonderful”), appassionata (“Brown skin”), spirituale (“Nature”).
”Acoustic soul” alterna momenti di grande consapevolezza verso le proprie capacità ad altri di estrema umiltà. Accade ad esempio che si elenchino alcuni grandi della musica nella breve, ma intensa, “Interlude”, dove India.Arie ringrazia i vari Sarah Vaughn, Ella Fitzgerald, Miles Davis, Jimi Hendrix, Minnie Riperton, ma è a Stevie Wonder che dedica un’intera canzone, “Wonderful”, rendendogli un omaggio sentito, utilizzando alcuni titoli di famosi brani dell’artista.
Blues, soul, folk e moderno r&b qui convivono pacificamente e la giovane cantante pone un’attenzione particolare al recupero e all’esaltazione delle sue radici di giovane afro-americana e, cosa ben più importante, non scende a compromessi, ma sinceramente esprime se stessa per non rimanere schiava del music business. Depositario di questa sua integrità artistica è Kedar Massenburg, ovvero l’uomo responsabile del lancio di artisti come D’Angelo e Erykah Badu e attualmente alla guida della storica Motown Records. Una sorta di garanzia per una buona partenza che India.Arie conferma appieno in questo suo album di debutto, fortemente intriso di una femminilità e una eleganza difficili da reperire in giro di questi tempi.