Madame in concerto porta il sesso sul palco

“Il corpo è solo l’involucro con cui ti vesti, l’età è soltanto la cifra sul listino prezzi, il genere è solo lo scaffale su cui ti vendi, sei un ‘sono’ che ha suonato col mio”: la sua visione dell’Amore Madame la canta nei versi arditi del brano-manifesto del suo ultimo album, con il quale sceglie di aprire il concerto. È un amore inetichettabile, indefinibile, che non ha un nome se non quello stesso di Amore, con la “a” maiuscola, “perché - spiega lei - nel Medioevo era quasi un personaggio nei racconti amorosi e come tale lo tratto”. Il palco si tinge di rosso, mentre l’artista incoronata da Spotify come la donna italiana più ascoltata degli ultimi dieci anni, pantaloni neri e top, canta ricordando di quella donna che una sera speciale, mentre ballavano bendate, spruzzando dell’acqua profumata iniziò a sfiorarla e lei si immaginò una luce che usciva dal suo petto e che la collegava a lei. Cantano tutti, insieme a Madame. “Roma, sei caldissima”, dice la femcee vicentina, che con “Quanto forte ti pensavo” si prende già la prima ovazione della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, dove ieri sera ha fatto tappa con il tour legato all’album uscito lo scorso marzo, che culminerà il 21 ottobre con il suo primo show al Mediolanum Forum di Assago.
Un anno fa, a pochi chilometri da qui, si esibiva su un altro palco capitolino. Quello del Rock in Roma. Accompagnata solamente da Estremo, il suo dj, Francesca Calearo - questo il vero nome della femcee, 21enne - era apparsa ancora troppo acerba, grezza, nella dimensione dal vivo. A distanza di dodici mesi a guardarla sul palco sembra un’altra artista: si muove con sicurezza e fascino, mentre sfoglia idealmente le pagine del suo trattato in musica sul sentimento sì più indagato e cantato di sempre, ma raramente in maniera così carnale, viscerale e sensuale da una donna, in Italia. Piera Cipriani metteva il cuore sul tavolo. Madame, sul tavolo, anzi sul palco, ci mette il sesso, in senso figurato. “Mi piace il whisky, il sesso con le femmine / una pussy che è una friskies / che ride e penso: ‘Cristo, le femmine’ / la rischio, la prendo e la raddrizzo / finché invece di ridere non mi urla: ‘Finiscila’”, rappa in “Donna vedi”, dopo aver fatto ballare la platea con “Baby”. Pazienza che in platea ci siano anche tanti bambini: l’immaginario e i contenuti di Madame sono sempre stati questi. Ad evidenziare una coerenza tematica tra i pezzi degli esordi e quelli de L’amore ci pensano “Clito” e “17”, che oggi la femcee vicentina reinterpreta con la maturità e le consapevolezze di giovane donna che vuole dimostrare di essere cresciuta più negli ultimi mesi che negli ultimi anni: "La vita mi fa 'click' sul clito', eh / sa che godo quando preme il dito", rappa.
Da “Nimpa” (che per atmosfere e sonorità gitane sembra uscire fuori dalla colonna sonora di un film di Ozpetek) allo skit “Pensavo a…”, passando per “Se non provo dolore” e la sanremese “Il bene nel male”: Madame, affiancata stavolta da una band al completo composta da Nazzaro al basso, Karme Caruso alle tastiere e Dalila Murano alla batteria, oltre che dallo stesso Estremo, porta sul palco i suoi 21 anni, tra libido post-adolescenziale, fantasie, voglie e crudità sessuali. Rispetto all’esordio del 2021 ha alzato l’asticella, tra testi più elaborati e arrangiamenti più complessi: come se le due Targhe Tenco che la critica le assegnò due anni fa, quella come Miglior canzone per “Voce” e quella come Miglior opera prima per il disco “Madame”, tra i premi più ambiti del cantautorato italiano che conta, l’avessero in un modo o nell’altro responsabilizzata. Spingendola a dimostrare di meritare una determinata considerazione. Ma è anche nell’attitudine che Madame sembra aver fatto un upgrade. Vasco, parlando di lei, in tempi non sospetti ha detto non ha torto che “canta con il sesso”, per sottolineare la sensualità con la quale l’artista interpreta i suoi testi. Non a torto: “Ho il frutto della tua passione tra le gambe mie / ho la fica coi semi / ti strapperai i capelli per strappartene il pensiero / ho un succo che mi scende alle calcagna mentre penso che / mi succhieresti rumorosamente come fai con l’ostrica”, rappa in “Respirare”.
Gianna Nannini in “America” cantò la masturbazione (“Mi basto”), Anna Oxa in “Fatelo con me” raccontò l’amore sadomaso, Loredana Bertè con “Streaking” diede alle stampe un album tutto incentrato sulla sessualità vissuta in maniera libera e provocatoria. Madame su questa narrazione così esplicita dell’amore ha costruito il suo stile e il suo modo di essere, anche nel rapporto con i fan (alcune ragazze le lanciano anche dei reggiseni che su “Aranciata” mostra come trofei), ai quali lascia il microfono chiedendogli di raccontare i loro segreti più reconditi. “Il mio primo grande amore e stata la prof di matematica”, urla una liceale. “Mi sono innamorata della migliore amica di mia sorella, ma lei non lo sa”, confessa un’altra. “Passo tre quarti della giornata a masturbarmi”, spiazza un ragazzo. “Ti aiuti con degli apparecchi elettronici, magari dei video, o vai di fantasia?”, insiste Madame. “Tutto di fantasia”. “E allora sei un genio”. “Sciccherie” in chiave acustica assume tutta un’altra intensità, rispetto alla versione originale che nel 2018 cominciò a far circolare il suo nome tra i seguaci della scena, mentre Madame canta concentratissima di quelle dipendenze che la facevano sentire migliore al centro del palco in penombra, seduta su uno sgabello, e gli spalti che si trasformano in una distesa di flash, prima che "Aranciata" faccia ripartire la festa. Madame è così: ti affascina, ti seduce, ti salta addosso. Ti fotte. E poi ti abbandona.
SCALETTA:
“Avatar”
“Quanto forte ti pensavo”
“Tu mi hai capito”
“Baby”
“Donna vedi”
“Nimpha”
“Clito”
“Respirare”
“17”
“Pensavo a…”
“Vergogna”
“L’eccezione”
“Sciccherie”
“Per il tuo bene”
“Voce”
“Se non provo dolore”
“Aranciata”
“Il bene nel male”
“Marea”
“Tekno Pokè”