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Il disco del giorno: Verdi/Puccini, "Musica per quartetto..."

Consigliato e raccontato da Carlo Boccadoro
Il disco del giorno: Verdi/Puccini, "Musica per quartetto..."

Giuseppe Verdi/Giacomo Puccini Musica per quartetto d’archi (Cd BIS 1006)

La produzione strumentale di Puccini è scarsa numericamente e nel caso di Verdi è costituita unicamente da questo lavoro dedicato al medium classicamente supremo del quartetto d’archi, anche se bisogna fare una netta distinzione qualitativa tra il capolavoro verdiano della maturità e quelle che sono essenzialmente delle curiosità giovanili (o di studente) nel caso dell’autore di "Bohème".

Dopo un’intera vita dedicata al teatro, Verdi si cimenta con il quartetto d’archi a sessant’anni, in parte per ingannare il tempo nell’attesa di alcune recite di "Aida" a Napoli rinviate per l’indisposizione della protagonista, ma anche per dare un segnale forte rispetto alla diffusione in Italia della musica strumentale proveniente dalla Germania, vista ufficialmente da Verdi come fonte di influenza negativa per i giovani autori del nostro paese, ma probabilmente in cuor suo amata non poco (basti pensare all’inizio del "Simon Boccanegra", con il suo andamento schubertiano). Anche Beethoven e Schumann erano conosciuti benissimo da Verdi come dimostra la padronanza assoluta delle forme classiche e della scrittura quartettistica da parte del maestro italiano, che voleva forse dimostrare di poter combattere l’influenza germanica con le sue stesse armi. In ogni caso si tratta di una delle più importanti pagine di Verdi, con temi splendidi magistralmente sviluppati (il secondo tema del primo movimento è una delle sue cose più belle) attraverso una scrittura strumentale di grande difficoltà che rende questo quartetto un traguardo raggiungibile solo da gruppi di qualità eccelsa, come è il Quartetto David che lo presenta magnificamente in questo Cd.

Le pagine di Puccini, a parte l’elegia "Crisantemi" (1890), non sono mai entrate in repertorio e risalgono quasi tutte al primo periodo compositivo dell’artista, che non volle mai favorire la diffusione di queste opere dato che aveva riutilizzato alcuni di questi temi nell’opera "Manon Lescaut" e non voleva che la cosa si sapesse troppo in giro. Gradevole è il "Tempo di Quartetto" dove Puccini si confronta con i modelli di Mozart e Haydn aggiungendovi un umorismo quasi rossiniano e un gusto per la melodia che sembra annunciare i lavori degli anni a venire. 

 

Carlo Boccadoro, compositore e direttore d’orchestra, è nato a Macerata nel 1963. Vive e lavora a Milano. Collabora con solisti e orchestre in diverse parti del mondo. E’ autore di numerosi libri di argomento musicale.

Questo testo è tratto da "Lunario della musica: Un disco per ogni giorno dell'anno" pubblicato da Einaudi, per gentile concessione dell'autore e dell'editore.

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