Il disco del giorno: Rocco De Rosa, "Trammari"
Rocco De Rosa, "Trammari" (Cd il Manifesto 170)
Non è facile descrivere la musica del pianista e compositore lucano Rocco De Rosa; diciamo subito che si tratta di una musica che arriva immediatamente all’ascoltatore, ricca di melodie affascinanti e ritmi che partono da paesi di mare dove il sole batte incessante (non solo il Sud d’Italia, ma anche Africa, Indonesia, Spagna, Portogallo...) per mescolarsi con la tradizione del jazz e della canzone, ma anche con il minimalismo e la scrittura classica (specialmente nelle parti degli archi) in un mélange profumatissimo in grado di essere memorizzato dopo un solo ascolto; che tutto questo accada senza che la musica ceda di un millimetro a lusinghe commerciali o a strategie discografiche è solo un’ulteriore riprova dell’intelligenza e del talento di questo musicista, molto attivo anche nel campo delle colonne sonore (ha collaborato con registi come Olmi, Maselli, Moretti e molti altri).
Questo approccio «visivo» alla musica fa sì che nei brani del disco lo sguardo sulle cose sia sempre panoramico ed inclusivo; De Rosa tende ad amalgamare gli stimoli musicali che coglie da diverse culture, a creare un linguaggio di sintesi dove gli elementi primari sono talmente stemperati nel risultato finale da essere talvolta irriconoscibili, ma nonostante questo presenti sempre come linfa vitale, Dna di questa musica che sa essere allo stesso tempo attuale e antichissima, come se Rocco creasse al giorno d’oggi la propria tradizione popolare. Voci e canti che sembrano appartenere alla notte dei tempi si incontrano con sequencers e batterie elettroniche, progressioni armoniche che non dispiacerebbero a Joe Zawinul sorreggono melodie in cui risuonano suggestioni lontane, di immutata purezza (ascoltatevi "Gading" e "Trammari").
Illustri ospiti sono venuti a portare i loro colori e la loro amicizia a Rocco, al suo innato gusto per le sonorità raffinate e accattivanti: Ralph Towner, Maria Pia De Vito, Daniele Sepe, Michele Rabbia e Sergio Endrigo (una delle ultime registrazioni di quest’artista, che assieme a Rocco ha scritto "Il giardino di Giovanni", ballata infusa di malinconia). Queste composizioni meriterebbero di essere conosciute e diffuse molto di più tra il grande pubblico, che non avrebbe alcuna difficoltà a farle proprie; nell’attesa che se ne accorgano Rocco continua con pazienza a intrecciare il suo policromo macramé musicale.
Carlo Boccadoro, compositore e direttore d’orchestra, è nato a Macerata nel 1963. Vive e lavora a Milano. Collabora con solisti e orchestre in diverse parti del mondo. E’ autore di numerosi libri di argomento musicale.
Questo testo è tratto da "Lunario della musica: Un disco per ogni giorno dell'anno" pubblicato da Einaudi, per gentile concessione dell'autore e dell'editore.
