Le orecchiabili metriche di Entics

Nella giornata di oggi compie 38 anni Entics, musicista milanese (non chiamatelo rapper) il cui vero nome è Cristiano Zuncheddu. Per festeggiarlo abbiamo pensato di ripubblicare la recensione dell'album "Purple haze" uscito nel 2017, scritta per noi da Fabrizio Zanoni. Un disco che è il suo ultimo pubblicato per una major, un disco che, come dichiarò al tempo della sua uscita, si doveva intitolare “Da Baggio a Bali” e c'era la volontà "di riportare al centro il mio quartiere (quello di Baggio, per l'appunto), quasi come se l’unico videoclip di questo disco dovesse essere ambientato con gli amici alle panchine al parco."
In un momento in cui la scena rap italiana è piallata sul monosuono della trap e con l'aggravante di cascate di autotune a rendere letteralmente indistinguibile la voce di un cantante dall'altra - i suoni e le metriche di Entics sembrano aria nuova pur essendo in realtà assolutamente coerenti e un continuum con quanto precedentemente prodotto dal rapper milanese di chiare origini sarde. Suoni freschi, molto orecchiabili che spaziano tra vari generi mantenendo il filo conduttore della costante gradevolezza. Sui testi Entics migliora rispetto ai precedenti lavori aumentando lo spessore narrativo e la capacità di regalare immagini evocative.
Ne escono fuori 12 canzoni che si ascoltano e riascoltano senza annoiare. "Classe 85" ricorda per tematica "Gli anni d'oro" di Jake La Furia sviluppando altri percorsi della memoria infantile che riporteranno alla luce ricordi anche a chi è nato un decennio abbondante prima.
"Facciamo le 9" ha nel ritornello "Facciamo più chilometri noi con le Nike di te con l'X5" la sua sintesi. Il brano che da il titolo all'album ha una bella atmosfera rarefatta, lo stesso dicasi de "Il finale" e "Ripresentiamoci", ascoltabili con un cocktail in mano in un fine pomeriggio milanese.
E Milano, la città che lo ha visto nascere e crescere nella periferia di Baggio, spunta qua e là in varie canzoni nelle quali rivendica che la strada uno può averla anche vissuta senza farla diventare necessariamente una coccarda sul petto da rapper nelle stucchevoli tematiche cicliche del genere. Pochi i featuring, due, affidati al più noto Fred De Palma (è in uscita il suo nuovo album) e il giovane Panda che chiude il disco in "Soli contro tutti". Un disco che, per dirla alla Marracash, non ti fa mai chiedere indietro i minuti della vita che hai speso per ascoltarlo.