Rockol30

Lazza: “Con l’autotune al minimo per zittire chi critica”

Il rapper dei record è a Sanremo con “Cenere”: “Si tratta di un pezzo che non mi snatura”.
Lazza: “Con l’autotune al minimo per zittire chi critica”
Credits: Bogdan @Chilldays Plakov

Lazza ha lo sguardo di ghiaccio quando parla di quello che lo alimenta, di quello che lo fa sentire vivo. Passano gli anni, ma ha sempre la stessa rabbia positiva dentro di sé. L’ha declinata in modo diverso, ma è sempre lì, in quegli occhi che non abbassa mai quando parla di successo, di Drake, di artisti che bruciano le tappe e di duro lavoro: in quelle risposte sincere e a volte anche insolenti che spara fuori come punchline, c’è tutta la sua verità. Piaccia o meno. Non porta maschere e non lo fa neppure a Sanremo. Con “Sirio”, l’album dei record simbolo del 2022, per 18 settimane in testa alla classifica, e con un tour nei palazzetti già interamente sold out, Lazza arriva all’Ariston in volo, come un supereroe che non teme la kryptonite.

Lazza a Sanremo. Fa strano solo pensarlo.
“A Sanremo arrivo dopo tanto duro lavoro. A cominciare da quello sulla voce fatto con Francesco Rapaccioli, vocal coach che mi ha dato una grandissima mano portandomi a dei risultati evidenti. La mia idea è sempre stata quella di partecipare a Sanremo tenendo l’autotune quasi a zero, così una volta per tutte la smetteranno di rompermi i coglioni. Quando qualcuno mi dirà: ‘Usi l’autotune perché non sai cantare’, dopo aver visto le mie esibizioni al Festival, spero potrà dire ‘ah, ho detto una cazzata’”.

Non è un po’ troppo rischioso?
“In tutte le cose importanti c’è una forte componente di rischio. Bisogna avere il coraggio di portare avanti quello in cui si crede. Le esperienze facili non portano a grandi risultati”.

La tua preparazione musicale e lo studio al Conservatorio ti hanno aiutato?
“Nelle prove ufficiali con l’orchestra mi sono accorto di alcune parti vocali che non avevo richiesto e le ho modificate, quindi sì, mi hanno aiutato molto”.

È “Cenere” il brano giusto per Sanremo?
“Il brano non è stato scritto con questo scopo. Io e Davide Petrella avevamo già lavorato insieme. Con Dardust, invece, era da tempo che volevamo beccarci. Ci siamo visti in studio e abbiamo creato lo scheletro del pezzo. Io avevo due o tre brani ipotetici in mente per la sfida del Festival. Quando però chi di dovere ha sentito la bozza di ‘Cenere’, mi ha detto: ‘finisci il pezzo e portalo a Sanremo’”.

Dopo tutti i record del 2022 vuoi iniziare vincendo anche nel 2023?
“Dal momento che faccio una cosa, la faccio al meglio. Non schiferei certo la vittoria, sarebbe un altro ‘uno’ che metto insieme agli altri primati conquistati”.

Tutta questa sicurezza non rischia di diventare deleteria?
“Ma lo sai che sono più gli altri a sentire il peso dei record rispetto a me? Io mi sono fatto un culo quadrato in questi anni, ma mai mi sarei immaginato di avere sold out tutto il tour post Sanremo, ancora prima di Sanremo. Un Forum di Milano è andato sold out in 40 minuti, un altro in 2 minuti. È assurdo, anche perché abbiamo presentato il tour non molto dopo il live al Carroponte di Milano. Quando lo dissi alla mia ragazza lei mi rispose: ‘Cosa ti aspettavi? Tu sei Lazza’. Io onestamente tutte queste certezze non ce l’ho. Non sono ipocrita: pensavo di fare sold out al Forum di Milano, ma in una settimana, magari dieci giorni. Non in 2 minuti”.

Ad Amadeus hai detto: “Mi sono preso i ragazzi, ora mi prendo i genitori”. A me non sembrava fosse una battuta.
“Infatti non lo era (sorride, ndr). La sciura che ti ferma al bar e ti riconosce fa piacere. Qualche giorno fa una mi ha fermato e mi ha detto: tu sei quello di ‘ti porterò su uno yacht’ (citazione del brano ‘Porto Cervo’, ndr). Sarebbe bello che gli adulti che non sono cultori del genere, quelli che pensano che il rap porti sulla cattiva strada, possano ricredersi vedendomi a Sanremo”.

Cosa intendi per “cattiva strada”?
“È un discorso lungo. È vero: ci sono rapper che danno messaggi sbagliati, ma sono sincero quando dico che a me non interessa. Un artista raccoglie quello che semina. Il rap è una forma di musica autobiografica, uno racconta ciò che vuole. A me interessa che l’argomento trattato sia detto bene, in modo interessante, quello sì, il resto no. Il resto è un problema degli altri”.

Abbiamo chiesto a Gué che cosa pensasse della sua partecipazione a Sanremo. Ci ha risposto che lui non l’avrebbe fatto, che quel palco per tanti anni è stato lontano dal rap, anche se oggi molti aspetti sono cambiati. Hai avuto modo di leggere le sue parole?
“Sì. Mi domando sulla base di che cosa Cosimo dica questo. Mi conosce bene. Io non voglio essere etichettato solo come un rapper. Lo ripeto da tempo. Il rap ci sarà sempre nei miei dischi, ma non ci sarà solo quello. Guarda oltreoceano, prendi Drake. È versatile, piace alla nonna, ai bambini. E quando fa il pezzo drill piace anche ai balordi. Io vado a Sanremo con un brano che non mi snatura. La mia penna è quella, è riconoscibile. Drake è un rapper, ma è anche tanto altro. Si muove fra i generi. Ultimamente ha perfino fatto un album techno, ma ne ha anche realizzato uno più crudo e rap con 21 Savage. La sua scuola è sempre stata: ‘faccio quello che voglio’. Beh, è anche la mia”.

Qual è per te la forza di “Cenere”?
“La canzone ha tre ritornelli. Credo che sia un aspetto geniale e futuristico. È un pezzo d’amore tormentato. Nella parte finale del testo sembra che ci sia un miglioramento, una speranza. In certi articoli che ho letto ho percepito confusione. Voglio specificare alcuni aspetti: il brano non è stato scritto solo da Davide Petrella, il concept è suo, il 90% delle strofe è mio. Il ritornello è suo”.

Perché lo sottolinei? Lavorare con autori aiuta?
“Lo sottolineo perché rivendico l’importanza della mia penna e allo stesso tempo penso che lavorare con autori non sia degradante. Anzi, è un arricchimento se ci si interfaccia con professionisti che hanno il tuo stesso obiettivo. Prendi un pezzo come ‘Sicko mode’ di Travis Scott e Drake: ha tanti collaboratori e funziona. Tutto sta nel coinvolgere persone valide”.

Il lavoro di squadra paga o sei più un lupo solitario?
“Il lavoro di squadra è fondamentale. Io so perfettamente che ‘Sirio’ è andato così bene anche perché tutto il mio team non ha sbagliato un colpo. È stato come un gruppo di Avengers”.

Il successo si costruisce passo dopo passo o è una fiammata?
“Sai che cosa mi fa molta paura? Il passaggio che alcuni artisti hanno da zero a cento, bruciando le tappe. Alcuni fanno un disco e poi subito San Siro. Magari sono bravissimi eh, non voglio sindacare, ma quel passaggio da zero a cento per me è davvero rischioso. Se dopo un disco fai San Siro poi cosa ti rimane? Il mio primo freestyle su un palco l’ho fatto a 12 anni. Oggi ne ho 28, è da 16 che salgo sui palchi. Ho visto un po’ di tutto: dai club alle piazze, dagli eventi delle radio a San Siro in apertura di Salmo. Ogni volta ho messo una bandierina. L’ho fatto gradualmente”.

E non temi di tornare indietro?
“No, perché so che sono stato bene in quei momenti. In futuro non farò più tre Forum di Milano, ma tre Alcatraz? Va bene. Io quel palco già lo conosco e mi ha regalato bellissime emozioni nel mio percorso. A me quello che spaventa per davvero è il percepito di un artista che sbaglia una mossa dopo aver bruciato le tappe”.

Se tu fossi il direttore artistico di Sanremo e potessi scegliere tre concorrenti, chi chiameresti?
"Un nome che vale tre: i Club Dogo. Una reunion all'Ariston". 

La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.