Il disco del giorno: Ottorino Respighi, "Musica per pianoforte"

Ottorino Respighi
"Musica per pianoforte" (Cd Naxos 8553704)
Maestro delle sonorità orchestrali, Ottorino Respighi non è il primo compositore a cui si pensa quando si parla di musica pianistica ma la sua produzione in questo campo, pur non avendo particolare rilevanza storica per lo strumento, è tutt’altro che trascurabile e consiste di musica sempre molto gradevole all’ascolto.
Le numerose possibilità timbriche della tastiera lo spinsero a trascrivere per pianoforte a quattro mani due delle sue pagine sinfoniche più celebri, "Fontane di Roma" e "Pini di Roma", mentre il pianoforte è protagonista anche di pagine che lo vedono assieme all’orchestra, come il "Concerto in modo misolidio".
Allievo di Rimskij-Korsakov, Respighi imparò dal suo Maestro non solo a dominare la tavolozza dell’orchestra, ma anche un solido senso formale che gli permetteva di dar vita a complessi sviluppi tematici partendo da brevi cellule melodiche.
È il caso della "Sonata in Fa Minore", opera giovanile ritrovata e pubblicata cinquant’anni dopo la sua morte; opera dal carattere intensamente lirico e dalla scrittura pianistica che privilegia percorsi armonici non immuni dall’influenza di Brahms.
Oltre a conoscere le forme della Sonata ottocentesca, Respighi era un maestro della pagina breve, capace di schizzare in pochi tratti pagine di notevole freschezza come il gruppo dei "Sei pezzi per pianoforte" del 1936, che fin dall’iniziale "Valse caressante" dimostrano l’interesse che Respighi ha sempre portato per autori come Debussy e Dukas, a cui viene aggiunto un personale uso della melodia dal gusto arcaicizzante e una predilezione particolare per il grandioso (che talvolta non gli ha fatto evitare le trappole del kitsch); da segnalare all’interno del ciclo la deliziosa "Serenata-Intermezzo", tratta da una scena della sua opera lirica Re Enzo, del 1905.
La più celebre delle sue pagine pianistiche sono i "Preludi sopra melodie gregoriane" del 1921. Respighi è stato tra i primi compositori a guardare al di là della tradizione del melodramma per recuperare pagine all’epoca dimenticate come quelle di Palestrina e Monteverdi (fu tra i primi a realizzare una versione moderna dell’"Orfeo").
Lo stile dell’antichità viene trattato in modo rapsodico, con libertà, all’interno di un pianismo che privilegia sonorità ampie, con frequente uso di ottave e passaggi accordali che talvolta sembrano ispirarsi alla scrittura organistica.
Carlo Boccadoro, compositore e direttore d’orchestra, è nato a Macerata nel 1963. Vive e lavora a Milano. Collabora con solisti e orchestre in diverse parti del mondo. E’ autore di numerosi libri di argomento musicale.
Questo testo è tratto da "Lunario della musica: Un disco per ogni giorno dell'anno" pubblicato da Einaudi, per gentile concessione dell'autore e dell'editore.
