Ma quando siamo diventati tutti pazzi di “T’appartengo”?

Il momento che tutta Italia stava aspettando da quando è stata ufficializzata la partecipazione di Ambra Angiolini a “X Factor” come giudice, lo scorso maggio, è finalmente arrivato durante la finale della sedicesima edizione del talent show. Ed è stato più epico di quanto ci si aspettasse. Non solo perché Ambra è tornata a cantare “T’appartengo”, la hit che lanciò nel ‘94 in una puntata di “Non è la Rai”, un successo così enorme da far credere che l’allora sedicenne showgirl potesse puntare a una carriera molto più ambiziosa, ma perché nel farlo è tornata a riproporre l’iconico look che era solita sfoggiare nello studio del programma diretto da Gianni Boncompagni: camicetta, cravatta e pure microfono ad archetto d’ordinanza. Mancavano intorno a lei solamente le altre ragazzine di “Non è la Rai”, per un revival totale di quella pagina di storia della tv italiana, ai limiti del trash – tra stacchetti imbarazzanti, giochi surreali, telefonate fasulle e canzoni cantate in playback – ma considerata pur sempre cult.
Ma quand’è che siamo diventati tutti pazzi di “T’appartengo”? Difficile ricostruire la genealogia della mitizzazione della canzone, da tormentone di una stagione a brano tra i più emblematici e simbolici di una decade, che sta tornando prepotentemente a bussare alle nostre porte (vedi la reunion degli 883, quella di Paola e Chiara e – per guardare oltre il nostro orticello – quella delle Spice Girls). “T’appartengo” in fondo non ha mai smesso di essere un tormentone. Era l’autunno del 1994, ventotto anni fa, quando Ambra Angiolini – subentrata alla conduzione del programma a Paolo Bonolis, che a sua volta l’aveva rilevata da Enrica Bonaccorti nel 1992 – cantò per la prima volta la canzone in una puntata dello show del pomeriggio di Italia1, cercando di trasformarsi da crisalide tv in farfalla. Come vanno le cose è lei stessa a raccontarlo, nella primavera del ‘95, alla vigilia della partenza del suo primo tour nei palasport, ai giornalisti che vanno a incontrarla a Cinecittà durante le prove: “Un giorno Gianni ha detto: ‘Ambra canta’. E io ho cantato”. Le prime esibizioni sulle note di cover di pezzi come “Ho in mente te” e “Arrivederci a questa sera” sono simpatiche, divertenti, bizzarre. Ma è con “T’appartengo” che Ambra comincia a fare sul serio. Boncompagni, il suo pigmalione, già leggenda della tv italiana, le mette a disposizione autori che dire rodati e dir poco come Bruno Zambrini (“Non sono degno di te”, “In ginocchio da te” e “Se non avessi più te” per Morandi, “La bambola” per Patty Pravo, tra gli altri) e pure Franco Migliacci, partner di scrittura di Domenico Modugno di “Nel blu dipinto di blu”, la canzone italiana più cantata e conosciuta nel mondo. E se vi dicessimo che l’autore di “T’appartengo” è proprio lo stesso di “Nel blu dipinto di blu”?
Migliacci compone la canzone che darà il titolo all’album d’esordio di Ambra Angiolini insieme ai figli Ernesto e Franesco Migliacci Jr. (che si firmava come autore con lo pseudonimo di Assolo per evitare omonimia con il padre) e a Stefano Acqua. Il successo è assicurato, anche per via di quel testo che suona come uno scioglilingua o la formula di un mezzo incantesimo: “T’appartengo e io ci tengo / se prometto poi mantengo / m’appartieni e se ci tieni / tu prometti e poi mantieni”. Il testo, che racconta i turbamenti e le emozioni di un amore giovanile, fa impazzire le giovani spettatrici di “Non è la Rai”, che lo imparano presto a memoria: “E adesso giura, adesso giura / adesso giura che non hai paura / che sia una fregatura dirmi, ‘Amore mio’ / perché un amore col silenziatore / ti spara al cuore e ‘pum’, tu sei caduto giù”. Il singolo esce nell’ottobre del ’94, l’album un mese dopo. Contiene, oltre a “T’appartengo”, altre sette canzoni sulla falsariga della canzone. A quattro giorni dall’uscita supererà le centomila copie vendute. Circa il doppio di quante ne aveva vendute “Bedtime stories”, il nuovo album di Madonna, uscito tre settimane prima. “Sono più brava di Giorgia e Madonna”, titolavano i quotidiani, all’epoca, pubblicando interviste ad Ambra. Che non senza spocchia raccontava: “Mi riesce di fare qualunque cosa. L’unica cosa che non so è essere normale. A venticinque anni io sarò sempre così, cresciuta ma ugualmente sopra le righe. Altrimenti sarei una Gabriella Carlucci qualunque. Io non ho bisogno di arrampicarmi, di fare pazzie per il mio pubblico: mi basta essere come sono. Io non sono normale, normali sarete voi”. Nel giro di poco tempo le copie saliranno a oltre 370 mila, per un totale di sei Dischi di platino vinti. E il successo riscosso in Italia porterà l’etichetta, la RTI Music, a tentare anche un lancio all’estero, in particolar modo in Spagna e in Sudamerica.
Si esce vivi dagli Anni ’90? Forse da quel decennio non ne siamo proprio mai usciti: “Aspettavo questo momento dall’11 novembre 1994, grazie Ambra sarai per sempre i miei Anni ‘90”, ha scritto un’utente su Twitter, commentando l’esibizione di Ambra Angiolini, mentre Fedez si riprendeva in diretta su Instagram cantando a squarciagola sotto il palco “T’appartengo”, dall’inizio alla fine. Nel 2019 Marracash e Massimo Pericolo hanno citato la hit in “Appartengo – Il Sangue”, contenuta in “Persona”: “T’appartengo e io ci tengo / se prometto poi mantengo / m’appartieni e se ci tieni / tu prometti e poi mantieni”, cantato anche questo autunno dai fan del rapper durante i concerti del tour nei palasport. Lo scorso febbraio, dieci mesi prima dell’iconica esibizione alla finale di “X Factor”, è stata la stessa Ambra a ricantarlo in una puntata di “Michelle Impossibile”, lo show di Michelle Hunziker su Canale 5. Ammettendo di aver fatto pace con quella canzone: “Non è una delle cose di cui vado più orgogliosa – raccontò in passato – e non perché il disco facesse schifo, ma perché ero l’unica consapevole di non sapere cantare, mentre tutti erano convinti di sì. Ho vissuto uno sdoppiamento, mi guardavo da fuori e mi pareva davvero impossibile che quella canzone potesse piacere così tanto. Oggi quel brano è diventato un’icona di un tempo. Quando l’ascolti torni ragazzina”.