Il rap a Napoli fa sognare come un gol di Maradona

Un tempo i ragazzi sognavano di diventare calciatori, per uscire dal disagio e dalla miseria. Calci al pallone nel campetto, porte delimitate con le felpe, ginocchia sbucciate e un pensiero al vecchio San Paolo. Proprio nella città in cui nelle strade ci sono più foto di Maradona che edicole votive dedicate alla Madonna. Oggi a spingere il desiderio di cambiamento oltre gli ostacoli della vita, ci sono dei nuovi idoli: i rapper. E di conseguenza il tempo viene speso a incastrare rime sulle panchine o all’ombra dei muretti, chiudendo gli occhi e immaginando un giorno di arrivare a calcare un palco come quello allestito in occasione di Red Bull 64 Bars Live, mega concerto organizzato a Napoli ai piedi delle Vele di Scampia in piazza Ciro Esposito, con protagonisti Marracash, Gué, Madame, Fabri Fibra, Ernia, e i napoletani Geolier, J Lord, Vettosi, i local heroes, oltre al producer campano Ty1. Spazio anche agli ospiti: Tropico, Maurizio Carucci e Rose Villain. Uno degli eventi rap italiani più importanti dell’anno e, come già annunciato, si terrà anche nel 2023. Qui una clip.
Le Vele di Scampia
“Sono nato a Secondigliano, questa è casa mia – dice Geolier prima di esibirsi – a Scampia molti ragazzi per tanto tempo sono stati fossilizzati, non ci provavano neanche a uscire da certe situazioni. Oggi il rap dà una speranza. I giovani non vogliono più fare i calciatori o i camorristi, tentano di sfondare con la musica come stiamo facendo noi. Una canzone può salvare la vita, per me è stato così. Inoltre tante associazioni lavorano sul territorio e stanno cambiando la faccia dei quartieri”. E sono state coinvolte nell’evento per fare rete. “La gente chiedeva solo questo: lavorare. Sono stati bravi gli organizzatori a far sì che questo avvenisse”, sottolinea Ty1.
Forse un segno del destino: 64 Bars Live arriva a Scampia nell’anno in cui vicino alle Vele immortalate da Gomorra apre l’università. “Gli artisti che fanno gli impegnati a tutti i costi sono degli ipocriti, per questo motivo non sono uno da frasi fatte, ma suonare qui ha un valore sociale e una veridicità uniche”, ammette Gué. Evento sold out, 8.000 presenti. Tante famiglie a raccolta e clima da vera festa di quartiere. Biglietto a 15 euro (5 euro in early bird), un prezzo popolare per permettere quasi a chiunque di partecipare e tanti tagliandi consegnati alle associazioni della zona al costo simbolico di 1 euro. “Dai Co'Sang a Geolier la scena napoletana è una delle più forti del Paese: grazie alla loro fonetica i rapper nati qui sono più simili agli americani – continua Ernia – e poi hanno capito, al contrario di altri, che l’unione fa la forza”.
64 barre
La scenografia d’asfalto è cinematografica. Tutti gli artisti sul palco presentano pezzi della loro discografia e le barre scritte per il format targato Red Bull. Marra ne ha fatto una bandiera, mettendo le sue anche nella scaletta del tour con quel “Pa-pa-pa-pa-pa-pa, pa-pa-pa-partito da zero cash” che arriva come una scarica di adrenalina nel corpo. Le 64 barre sono l’essenza del rap: non hanno ritornello, richiedono tecnica e flow. Ty1 è in cabina di regina, in una parte rialzata al centro dello stage. Azzeccata la scelta di usare più spazi della piazza: Madame spunta lateralmente, fra le lenzuola che ricordano quelle stese dalle finestre dei quartieri spagnoli, mentre Geolier, il migliore della serata insieme a Fibra e Marracash, si presenta circondato da alcune moto da cross che sgasano. Gli ospiti, Tropico, Maurizio Carucci e Rose Villain, sono tutti in playback. Ci sono anche dei momenti a cappella: uno su tutti quello di Gué che propone un frammento di "Puro Bogotà" dei Club Dogo.

Prima del gran finale, sullo schermo centrale del palco, compare una frase dei Co'Sang, un pezzo di storia dell’hip hop italiano: “l'amore è l'unico che odora ancora, e si perde nel rione”. “Ho visto nascere i primi studi dei Co’Sang, che erano in alcuni appartamenti di fronte alle Vele – rievoca Marracash – secondo me il rap in Italia è stato protagonista, negli ultimi 15 anni, di una rivoluzione culturale. Ha dato ai giovani nuovi modelli a cui aspirare, che non fossero solo il calciatore e la velina. Ha creato dei punti di riferimento virtuosi, creativi, a cui ambire”. E per questo motivo, Marra lo sa bene, oggi i rapper hanno una responsabilità in più nei confronti del pubblico.
I ragazzi con due nomi
Basta parlare con alcuni dei giovani presenti al live per rendersi conto di come i miti, nel tempo, siano effettivamente mutati, passando da quelli con i tacchetti a quelli con il microfono in mano: diversi ragazzi con cui parlo hanno due nomi. E non è certo perché appartenenti a famiglie aristocratiche: uno è il nome vero, l’altro è quello d’arte nel loro micro cosmo hip hop da cui tutti muovono i primi passi scrivendo barre e registrandole in cameretta. “Non bisogna pensare che sia un film della Disney: non è vero che se ci credi tanto, sicuramente ce la farai – spiega Ernia – ci sono diversi fattori che hanno un peso, fra questi c’è anche la fortuna. Ma certamente suonare qui, davanti a questo pubblico, può essere un segnale”. Il rapper di QT8 indossa una maglietta con scritto "Novembre": il suo nuovo album è vicino.

I ragazzi raccontano di come Scampia negli anni sia cambiata, di come il bilanciamento fra povertà e criminalità penda più verso la prima rispetto a quando, come accadeva in passato, era più pesante la seconda. Rap e riscatto sociale si sono sempre trovati dalla stessa parte. Che a ribadirlo, in un luogo simbolo come Scampia, sia un evento marchiato da un brand internazionale potrebbe far sorridere, inoltre la storia potrebbe risultare ormai abusata e retorica, ma nel complesso non è così: per le nuove generazioni quelle rime sputate dallo stomaco e dal cuore sono in primis sfogo e CNN del ghetto, ma possono anche, in un secondo momento, rappresentare un biglietto per evadere da una realtà complicata.
I duetti finali
Il momento clou dell’evento è la chain finale in cui gli artisti duettano insieme su pezzi simbolo come “∞ Love”, “L’anima”, “Creatur” e il manifesto di Geolier “P Secondigliano”, il suo singolo d’esordio nel 2018, quello che gli ha permesso di avere i riflettori della scena addosso. Sì, quello è stato il suo biglietto. Parte il pezzo: un boato, come dopo un gol. Le mani al cielo seguono il ritmo, sembra che vogliano prendersi il cielo. Non sono come quella de Dios del 1986 con cui Diego beffò l’Inghilterra, ma la luce del sogno di chi vuole farcela a qualunque costo brilla più che mai.
Scaletta
Intro Ty1
Ernia:
Lewandoski IX (Red Bull 64 Bars)
Vivo
Lewandoski XIII (Red Bull 64 Bars)
Superclassico
Madame:
Red Bull 64 Bars 2
L’eccezione
Voce
Ma Da Me (Red Bull 64 Bars) a cappella
Marea
Fabri Fibra:
Red Bull 64 Bars
Dalla A alla-Stavo pensando a te
Propaganda con Tropico
Stelle con Maurizio Carucci
Gué:
Sarago (Red Bull 64 Bars)
Squalo-Il ragazzo d’oro
Venezuela (Red Bull 64 Bars)
Chico con Rose Villain
Marracash:
64 Bars di vittoria (Red Bull 64 Bars)
Crudelia
Sport-Body Parts
64 Bars di paura (Red Bull 64 Bars)
Geolier:
64 Hits (Red Bull 64 Bars)
Capo-Narcos
Top boy
Dj set di Ty1
Chain finale:
Love - Marracash e Gué
Madame (L’anima) – Marracash e Madame
Il mio amico - Madame e Fabri Fibra
Non me ne frega un cazzo - Ernia e Fabri Fibra
Creatur - Geolier ed Ernia
Blitz! – Gué e Geolier
P Secondigliano - Geolier