Quando Fatboy Slim aveva Paul McCartney come vicino di casa
Fatboy Slim, da grande fan dei Beatles, ha ricordato come un’esperienza “strana” quella di avere come vicino di casa Paul McCartney, uno dei suoi idoli musicali. Al produttore, DJ e polistrumentista britannico è capitato agli inizi del 2000 e ha raccontato di quel periodo nel corso di una recente intervista per l’NME, in cui ha parlato di McCartney come “un uomo adorabile e come il papà che ho sempre voluto”.
Il 59enne artista, all’anagrafe Norman Quentin Cook, è stato recentemente protagonista dello speciale “Does rock ‘n’ roll kill braincells?!” (“Il rock ’n’ roll uccide i neuroni?!”) del New Musical Express, in cui gli artisti vengono interrogati sulle rispettive carriere con domande pensate per mettere a dura prova la loro memoria. Nel corso dell’”interrogatorio”, Fatboy Slim ha avuto modo di ripensare a quando abitava accanto a Paul McCartney rispondendo a un quesito sulla canzone degli Snuts che porta il suo nome d’arte nel titolo. Norman Cook ha infatti spiegato che la band scozzese chiese il suo permesso prima di pubblicare il brano intitolato “Fatboy Slim”, perché basato sul suo concerto a Brighton Beach nel 2002. Con più di 250mila spettatori e poi ricordato come “il più grande evento che il Sussex abbia mai visto”, lo show non fu solo un successo, ma anche un’esperienza inquietante per le persone che rimasero ferite. A margine dell’intervista dell’NME, Fatboy Slim ha quindi raccontato dei consigli ricevuti da McCartney che lo ha supportato dopo quel concerto, lo scorso 2 settembre celebrato dalla nuova pubblicazione “Right Here, Right Then”, mentre erano vicini di casa.
“Mi consiglio di lasciare il paese, dicendo che è quello che avrebbe fatto lui se le cose gli fossero andate male”, ha narrato Norman Cook a proposito di Paul McCartney, prima di svelare:
“È sempre stato strano avere Paul McCartney come vicino di casa, soprattutto per un fan dei Beatles come me. Ogni volta che lo vedevo, anche se era giusto passato per una tazza di tè, mi mettevo a cantare ‘Hey Jude’ nella mia testa. È un uomo adorabile, è come il papà che ho sempre voluto”.