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Il disco del giorno: Roxy Music, "Flesh and Blood"

Consigliato e raccontato da Carlo Boccadoro
Il disco del giorno: Roxy Music, "Flesh and Blood"

Roxy Music
Flesh and Blood (CD Virgin 724384743925)

Eccoci giunti alle Idi di Marzo: sulla copertina di questo celebre disco appaiono alcune ancelle vestite in stile simil-antica Roma, intente a conficcare giavellotti in un bersaglio non meglio precisato (anche se probabilmente non si tratta della stessa persona
che oggi avrà una brutta sorpresa). In ogni caso il richiamo di questa foto a una perfezione classica ideale sembra fatto apposta per la musica contenuta all’interno della busta.

"Flesh and Blood" segna probabilmente il culmine estetizzante nella filosofia dello stile rock-chic-decadente della band di Bryan Ferry e Phil Manzanera. Abbandonati gli esordi sperimentali con Brian Eno, nel 1980 i Roxy Music erano una oliatissima macchina da business che grazie all’ispirata (e furba) penna di Ferry era in grado di sfornare un successo da classifica dietro l’altro, aggiungendo alle proprie uscite discografiche una patina di ulteriore lustro nelle sonorità create meticolosamente in studio dal produttore Rhett Davies.

Nulla di spontaneo si trova in questo album, ogni nota è perfettamente studiata per ottenere il massimo effetto, la voce di
Ferry gorgheggia soddisfatta nelle reinterpretazioni di "In the Midnight Hour" di Wilson Pickett e "Eight Miles High" dei Byrds oltre a dar vita a pagine di successo come "Oh Yeah" e "Over You".

Manzanera sfodera un gran numero di effetti per la sua chitarra e riduce gli interventi solisti al minimo, accontentandosi di colorare con discrezione atmosfere dominate da tastiere e sintetizzatori mentre il sassofono di Andy McKay è confinato a un ruolo decorativo, così come il gran numero di lussuosi sessionman convocati a rimpolpare gli arrangiamenti.

Quello che tuttavia rende ancora valido questo album, specialmente se non avete voglia di un ascolto impegnativo, è proprio
l’abilità compositiva di Ferry che con "Flesh and Blood", "No Strange Delight", "My Only Love" e "Same Old Scen"e scrive gelidi e risplendenti diamanti pop che mandano bagliori affascinanti proprio in virtù dell’essere assolutamente artificiali e al cui fascino è difficile sottrarsi (ascoltate anche la cover della "Jealous Guy" di Lennon incisa in seguito).

Le tensioni di quegli anni tra Ferry e Manzanera non erano ancora giunte al punto di rottura e anche nel successivo album "Avalon" essi riusciranno a dar vita a un disco di qualità (seppur ancora più asettico di questo).
 

Carlo Boccadoro, compositore e direttore d’orchestra, è nato a Macerata nel 1963. Vive e lavora a Milano. Collabora con solisti e orchestre in diverse parti del mondo. E’ autore di numerosi libri di argomento musicale.

Questo testo è tratto da "Lunario della musica: Un disco per ogni giorno dell'anno" pubblicato da Einaudi, per gentile concessione dell'autore e dell'editore.

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