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Il disco del giorno: Sandy Denny, "Gold Dust"

Consigliato e raccontato da Carlo Boccadoro
Il disco del giorno: Sandy Denny, "Gold Dust"

Sandy Denny
Gold Dust (Cd Island IMCD 252)

La splendida voce di Sandy Denny era in grado di scaldare qualsiasi atmosfera, anche quella dell’uggioso novembre londinese che nel 1977 accolse questi suoi ultimi concerti realizzati al Royalty Theatre di Londra davanti a un pubblico entusiasta, che ritrovava la cantante dopo un lungo periodo di silenzio seguito all’abbandono dei Fairport Convention. Il nervosismo di Sandy nel tornare sulla scena si può ascoltare talvolta nella sua voce, ma queste microimperfezioni rendono ancora più commovente l’ascolto aggiungendo ulteriore espressività a un’interprete che in pochissimi anni era diventata una delle più straordinarie cantanti della scena folk/rock (e non solo).

La sua carriera, brutalmente interrotta da un’emorragia cerebrale che la portò via a 31 anni, si è divisa equamente tra l’amore
per la tradizione popolare e la composizione di un nuovo repertorio, purtroppo limitato a due soli album a suo nome, che dimostra in pieno anche le sue qualità di autrice. Canzoni bellissime come "Who Knows Where the Time Goes", "Gold Dust", "Solo" e "The Sea" dimostrano una sensibilità melodica di prim’ordine, ulteriormente amplificata da interpretazioni vocali che
regalano brividi lungo la schiena per l’intera durata del concerto.

Queste registrazioni sono rimaste nel cassetto per vent’anni a causa di problemi tecnici con la registrazione delle chitarre e dei
cori, ma nel 1997 lo sviluppo tecnologico ha permesso al produttore Jerry Boys di sostituire alcune parti chitarristiche con nuove registrazioni (sempre realizzate da Jerry Donahue) e ripulire i nastri senza perdere un’oncia del feeling originario. Questo make-up ha permesso al pubblico di venire in possesso di un autentico gioiello, dove svettano il drumming ricco di musicalità di Dave Mattacks e la morbida steel guitar di Pete Wilsher che regala delicati profumi country al repertorio di Sandy e avvolge come un guanto la cover del classico di Bob Dylan "Tomorrow Is a Long Time".

Chi ama il repertorio di autrici come Laura Nyro e Joni Mitchell troverà nelle incisioni di Sandy Denny un’artista che non ha nulla da invidiare alle sue più celebri colleghe e una voce ricca di sfumature espressive, la cui proposta musicale resiste al passare degli anni grazie alla sua onestà e capacità di sorprendere ed emozionare ogni volta.
 

Carlo Boccadoro, compositore e direttore d’orchestra, è nato a Macerata nel 1963. Vive e lavora a Milano. Collabora con solisti e orchestre in diverse parti del mondo. E’ autore di numerosi libri di argomento musicale.

Questo testo è tratto da "Lunario della musica: Un disco per ogni giorno dell'anno" pubblicato da Einaudi, per gentile concessione dell'autore e dell'editore.

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