Marracash: il primo Forum è il trionfo di tutte le sue anime

Con alle spalle gli 80.00 biglietti venduti durante quest’estate, Marracash, dopo due anni di attesa che lo hanno logorato, ma mai abbattuto, porta la sua corona, quella del King of Rap, sul palco del primo dei sei Forum di Milano, tappa di una tournée che è il coronamento di tutta la sua carriera, con 17 date nei Palasport e l’Arena di Verona per un totale di oltre 150mila biglietti staccati. Il primo Forum di Marra (qui la gallery fotografica) è un trionfo. Umano e artistico. Nelle oltre due ore di show c’è tutto quello che rappresenta e ha sempre rappresentato, una storia dalle tantissime anime scandita dai due album con cui ha ridisegnato i confini del rap italiano: “Persona” del 2019 e “Noi, loro, gli altri” del 2021.
Quello del Forum è un live dal respiro internazionale con un ingresso trionfale su una pedana in movimento, calata dall’alto fra fiammate e laser, che ricorda la potenza visiva di Travis Scott, un momento in cui arrivano come cannonate “Body parts” e “Qualcosa in cui credere”, ma allo stesso tempo è un live fortemente italiano nella sua narrazione, nel suo mettersi a nudo in modo profondo affrontando demoni e debolezze, proprio come una seduta dallo psicologo. Il primo cambio di scena si apre infatti con un dialogo in terapia in cui il rapper della Barona dice una delle sue frasi simbolo, “Butta fuori i tuoi pensieri o finiranno per ucciderti”, per poi andare a scavare con pezzi come “Io”. È un live in cui spicca la centralità della figura del rapper, con la band per larga parte del concerto dietro un mega led wall su cui passano visual coerenti, un’impostazione alla Kendrick Lamar, ma allo stesso tempo ci sono assoli di sax, l’intervento del tenore ucraino Vassily Solodkyy sul brano “Pagliaccio” e una giostra emozionale che solo il mix sequenze-apporto strumentale di un gruppo in carne e ossa può generare.
Non è un live rock, ma hip hop. Un hip hop, quello di Marra, che però ha l’ambizione di fare suoi anche altri codici musicali, per questo risulta avanti, con lo sguardo proiettato verso il futuro. E lo fa senza mai snaturarsi, ma anzi mettendo bene in luce le proprie radici. Lo dimostra il secondo cambio scena con il dj set di Ty1 durante cui il rapper si sposta su un secondo palco, più piccolo, al centro del Forum, e in canotta e occhiali da sole, come se fosse sopra un ring circondato dalla folla, dà sfogo alla sua parte più selvaggia con “Badabum cha cha”, “Supreme – l’Ego”, “Scooteroni”, “Sport” e altri. Sì, nello stesso spettacolo si allineano il lato tamarro di “Salvador Dalì”, pezzo tratto dal joint album con Gué “Santeria”, la poesia cantautorale e introspettiva di un brano come “Dubbi”, il pop di “Crazy Love” e il rock sparato in faccia di “Poco di buono” e “Nemesi”. Tutto ha una coerenza nei tanti volti e lati di Marracash, gli stessi che si sovrappongono e si frantumano nei visual. E non è un caso che la folla, calda e appassionata per tutto il live, lo invochi urlando a squarciagola “Marra-Marra-Marra” e anche “Fabio-Fabio-Fabio”, rimarcando una dualità che non è frutto di un contrasto, ma di una complessità artistica.
È un live in cui convivono Massimo Pericolo in tuta e birra in mano, arrivato per cantare “Appartengo”, ed Elisa, che sembra una dea greca in missione da un altro mondo per regalare due interpretazioni da brivido su “Neon – Le ali” e “Niente canzoni d’amore”, pezzo pubblicato da Marra nel 2015 con Federica Abbate. È un live in cui trova spazio anche la critica sociale e politica, svetta “Quelli che non pensano”, senza banale retorica o appelli. C’è il tangibile del vissuto di strada, ma anche l’inafferrabile e il metafisico de “L’anima”. Tutti questi componenti sono quelli che hanno permesso a Marracash, non solo di vincere riconoscimenti prestigiosi come la Targa Tenco, ma anche di avere un pubblico eterogeneo e in crescita.
Ci sono due momenti, più di altri, che rimangono addosso, sulla pelle, usciti dal Forum: il primo è l’abbraccio con Gué dopo “Brivido” e “Love”, una fotografia della storia del rap italiano. E il secondo è l’immagine di Marra, a torso nudo, spogliato da paure e fragilità, fiero e felice di questo traguardo, che prima di abbandonare il palco definitivamente a fine concerto, lontano dal microfono, caccia fuori un urlo liberatorio. È un urlo commovente. È il grido di chi ha sognato qualche cosa per oltre un decennio e l’ha ottenuta con talento, sacrificio e pazienza, senza mai abbattersi davanti ai crateri che la vita può generare durante il cammino.
Scaletta:
Body Parts – I denti
Qualcosa in cui credere – Lo scheletro
Loro
Pagliaccio con Vassily Solodkyy
Cosplayer
Bravi a Cadere – I polmoni
Crazy Love
Quelli che non pensano – il cervello
Gli altri (giorni stupidi)
Noi / Appartengo – il sangue con Massimo Pericolo
Nulla accade
Dubbi
Laurea ad honorem
G.O.A.T. – Il cuore
Neon – Le ali con Elisa
Io
Poco di buono – Il fegato
Nemesi
Dj Set di Ty1: Badabum Cha Cha, Supreme – L’ego, A volte esagero, King del rap, Scooteroni, Cashmere, Sport, Salvador Dalì
Tutto questo niente – Gli occhi
Niente canzoni d’amore con Elisa
Madame – L’anima
Crudelia – I nervi
Bis:
64 Bars
Brivido con Gué
Love con Gué