Tremate, Ozzy il Principe delle Tenebre è tornato

Tremate, il Principe delle Tenebre è tornato. A 73 anni Ozzy Osbourne mette da parte i recenti problemi di salute, annuncia il nuovo album, pubblica il primo singolo estratto dal disco e conquista la copertina della playlist "I Wanna Rock", che celebra la generazione rock contemporanea, guardando con rispetto ai grandi del passato mentre cerca le voci e i protagonisti di oggi.
"Sta bene ed è sulla via della guarigione", aveva twittato la moglie Sharon Osbourne, dopo l'intervento al quale l'ex Black Sabbath aveva dovuto sottoporsi qualche settimana fa. Chi s'era preparato i coccodrilli, dovrà cestinarli: Ozzy Osbourne è più vivo e più attivo che mai. L'ex Black Sabbath ha annunciato l'uscita, prevista per il prossimo 9 settembre, del nuovo album "Patient number 9", anticipato già dall'omonimo singolo, presente nella playlist "I Wanna Rock". E le aspettative sono altissime.
La presenza di Tony Iommi, che per la prima volta in assoluto appare in un disco solista dell'ex sodale ai tempi dei Black Sabbath, rischia quasi di passare in secondo piano. Perché l'elenco dei musicisti chiamati a suonare nel nuovo album del cantante è davvero da brividi. Prodotto da Andrew Watt, che si era occupato anche della produzione del precedente "Ordinary man", "Patient number 9" ospita i contributi di - tra gli altri - Jeff Beck (suo l'assolo di chitarra del singolo), Eric Clapton, Mike McCready dei Pearl Jam. E poi Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers, che suona la batteria nella maggior parte dei brani che compongono l'album, che vede anche la partecipazione del compianto Taylor Hawkins dei Foo Fighters.
Quello di Ozzy Osbourne non è l'unico grandioso ritorno di questi giorni. A dodici anni di distanza da "The incident", l'ultimo loro lavoro, i veterani del prog britannico Porcupine Tree hanno pubblicato lo scorso 24 giugno un nuovo album, "Closure/Continuation". Il disco è stato anticipato dai singoli “Harridan”, “Of The New Day” e “Rats Return”. “"Harridan" e alcune delle nuove canzoni sono state composte poco dopo l'uscita di ‘The Incident’ - ha fatto sapere il gruppo - erano salvate su un file del computer dal nome PT2012, in seguito ribattezzato PT2015, PT2018 e così via. In alcuni momenti ci siamo quasi dimenticati di quelle canzoni, e in altri, invece, ci tormentava il pensiero di finirle per capire dove ci avrebbero portato. Ascoltando i pezzi finiti, è parso subito chiaro che questo progetto non somigliava a nessuno dei lavori che ognuno di noi ha realizzato al di fuori della band: il DNA del suono ha fatto subito intendere che queste canzoni stavano pian piano creando innegabilmente e inconfondibilmente, un disco dei Porcupine Tree. E in "Harridan" si sente tutto quel DNA”.
Per due attesi ritorni, c'è un'uscita altrettanto attesa dai seguaci della scena rock contemporanea: i Nothing But Thieves, protagonisti della nuova generazione, hanno finalmente pubblicato in digitale l'Ep fisico del 2015 "Urchin", che raccoglie quattro brani del loro eponimo disco di debutto riarrangiati in chiave acustica. Tra questi c'è anche "Ban all the music", diventato un manifesto della band alt-rock britannica capitanata da Conor Mason.