Gli artisti italiani al Coachella (prima dei Maneskin)
E’ vero, come si legge da più parti sui social network, che i Maneskin sono stati “i primi italiani a suonare al Coachella”? Non proprio. Benché la band di Damiano David e Victoria De Angelis sia stata capace di calamitare l’attenzione delle grandi testate internazionali - non solo a causa dell’appello contro la guerra reiterato dal frontman anche nella serata di ieri, in occasione dell’esibizione del gruppo a secondo weekend della manifestazione, ma anche grazie alla popolarità mainstream conquistata a livello globale dopo la vittoria alla passate edizione dell’Eurovision Song Contest - come mai era capitato prima nei confronti di nostri connazionali, ci sono almeno quattro precedenti di artisti battenti bandiera tricolore di scena sui palchi del festival di Indio.
Tra i primi italiani a espugnare il programma della più glamour delle maratone musicali all’aperto sono da ricordare i Crookers: il duo electro in origine composto dai Dj e produttori Bot e Phra - quest’ultimo a oggi rimasto l’unico titolare della sigla - fu protagonista nella Sahara Tent (uno degli spazi del festival dedicati alla dance) già nel 2009.
Nel 2009 la Penisola riuscì addirittura a infilare una doppietta nel cast della rassegna: oltre ai Crookers nel programma era presente anche Bloody Beetroots, che ebbe l’onore di ospitare durante il proprio set la star americana della dance Steve Aoki.
Il progetto guidato da Simone Cogo - in quegli anni di casa a festival di rilevanza globale come Big Day Out o Lollapalooza - venne richiamato a esibirsi a Indio anche nel 2011, con un set più elaborato di quello proposto due anni prima:
Due anni dopo, nel 2013, a tenere alto il nome dell’Italia al Coachella fu chiamato Benny Benassi, leggenda italiana della consolle che nel 2007 vinse un Grammy Awards nella categoria Best Remix rileggendo “Bring the Noise” dei Public Enemy:
Nel 2018 nel bill del Coachella finirono anche Merk & Kremont, il duo milanese composto da Federico Mercuri e Giordano Cremona, grazie alla collaborazione con i DNCE, il progetto solista del già Jonas Brothers Joe Jonas, sul singolo “Hands Up”:
Non sono state solo le eccellenze tricolori della dance a tenere banco, sotto i riflettori di Indio. Nel 2013 al Coachella furono invitati gli How to Destroy Angels, band composta dai deus ex machina dei Nine Inch Nails Trent Reznor e Atticus Ross nella quale - all’epoca, e in qualità di musicista aggiunto - il bolognese Alessandro Cortini, dal 2005 (con un pausa tra il 2008 e il 2013) in forze alla band di “The Fragile” apprezzato artista solista e collaboratore, tra gli altri, di Jovanotti (per “Safari” del 2008):