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Parola di Dre: il fenomeno Anderson .Paak

Live in data unica italiana il 24 giugno a La Prima Estate a Lido di Camaiore, ecco la sua storia
Parola di Dre: il fenomeno Anderson .Paak

Per l’edizione 2022 del Superbowl, solo poche settimane fa, Dr. Dre ha messo in piedi una delle versioni più riuscite di sempre dell’Halftime Show. Secondo molti, in mezzo a cotanto talento, a rubare la scena sarebbe stato Anderson .Paak. E, per molti altri ancora, si è trattato di una sorpresa. Ma di chi stiamo parlando? 

Gli amanti duri e puri del rap; quelli che preferiscono la musica ben suonata; i nostalgici del soul e del buon r&b; coloro che optano per suoni più sperimentali: ebbene, sono tutti d’accordo. Anderson .Paak è una sorta di artista crocevia  che con soli quattro dischi da solista, due progetti in coppia (NxWorries e Silk Sonic) e un folto numero di collaborazioni e featuring con il meglio della scena black è riuscito a farsi conoscere da un vasto pubblico e a unire molti puntini che fino a quel momento non erano collegati e che avremo modo di apprezzare nell'unica data italiana al neofestival La Prima Estate di Lido di Camaiore il 24 giugno.  
Anche se sembra che ultimamente non ne sbagli una, non è stato un percorso semplice quello di Anderson .Paak. 

Adolescenza non semplice 

Anderson .Paak, nato Brandon Paak Anderson a Oxnard, in California, non ha una vita familiare particolarmente felice e agiata, figlio di un padre afroamericano assente e di una madre contadina sudcoreana che ha svolto più lavori per mantenere i suoi figli. Paak aveva solo sette anni quando vide suo padre picchiare sua madre in strada davanti alla loro casa: fu arrestato e rimase in carcere per 14 anni e lì morì. Paak non lo andò mai a visitare. 
Quando ne aveva quattordici fu arrestata anche la madre per frode fiscale e lui rimase solo. Nel frattempo però suonava la batteria nella banda della chiesa e così lascia la scuola per dedicarsi a mille lavoretti più o meno legali: insegna in una scuola di musica, aiuta a gestire una fattoria di marijuana e spaccia. Intanto, siamo nel 2010, inizia a fare musica con il nome d'arte di Breezy Loverjoy e accompagna in tour la concorrente di un American Idol Haley Reinhart. 
Decide poi di cambiar nome in Anderson .Paak (il punto tra i due nomi, spiega, è un modo per ricordare la sua ossessione per i dettagli) e dopo un ep di cover nell'ottobre del 2014 fa uscire il suo primo disco “Venice”.

La scommessa vincente di Dr. Dre

Il produttore-Re Mida del rap californiano Dr. Dre si innamora del singolo “Suede” e così lo chiama per suonare e cantare nel suo disco del 2015 “Compton”. Alla fine le collaborazioni in quel disco ammontano a ben sei, una hit arriva al numero due in classifica, ma soprattutto Paak riesce a collaborare insieme a gente del calibro di Ice Cube, Eminem e Kendrick Lamar. 
Da qui arrivano una serie di successi: dopo sei mesi da “Compton” esce il suo secondo disco “Malibu” grazie al contributo di  7th Wonder, Rapsody e Kaytranada (anche lui suonerà a La Prima Estate il 26 giugno) e che debutta al numero nove della classifica Billboard R&B/hip-hop,  seguito nove mesi dopo da “Yes Lawd!” , un disco di hip-hop sperimentale realizzato con il produttore Knxwledge sotto lo pseudonimo di NxWorries. 

Featuring e collaborazioni prestigiose

Dal 2017 tutti vogliono lavorare con Anderson .Paak, e arrivano quindi una serie di featuring con gente come Mac Miller, Chance The Rapper e la partecipazione alla colonna sonora The Black Panther. Seguono il disco “Oxnard” (2018) dove collabora con Kendrick Lamar e vince un Grammy per la migliore performance rap e poi “Ventura” (ogni titolo di un suo disco ha il nome di un quartiere di  Los Angeles) disco più orientato all'r&b, in cui duetta con un gigante del soul come Smokey Robinson ma anche con Andre 3000 e Jazmine Sullivan, e che vince un Grammy come miglior album r&b e miglior performance r&b. La consacrazione sul mercato mainstream si ha con la collaborazione con Bruno Mars per il progetto Silk Sonic: il disco “An evening with Silk Sonic”  dello scorso anno ha fatto incetta di premi (BET Awards, VMA, American Music Awards, Brit Awards, in attesa dei Grammy) 

Perché Anderson .Paak piace così tanto?

Un giornalista americano ha così efficacemente sintetizzato “È come se Kendrick Lamar e Frank Ocean si fossero messi insieme e avessero fatto dei loro migliori talenti un bambino in provetta”. 
C'è innanzitutto la sua voce – calda, un po' nasale, molto riconoscibile – che si presta bene sia al rap sia al cantato r&b. Il fatto poi che canti e, al tempo stesso, suoni la batteria non è una cosa da poco conto. Peraltro ha un bel drumming efficace che caratterizza tutte le sue canzoni (ascoltate le versioni instrumental di “Oxnard” e “Ventura” disponibili sulle piattaforme). Inoltre è un ottimo performer dal vivo e i Free Nationals, sua la band, sono di ottimo livello: un paio di dischi alle spalle di buon r&b e hip-hop suonato egregiamente.  Per questo non vediamo l'ora di ammirarlo  il 24 giugno a La Prima Estate a Lido di Camaiore

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