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Cesare Cremonini e Ariete: generazioni del pop italiano a confronto

19 anni. Sono quelli che ha Ariete, volto della Generazione Z del pop italiano, che debutta con "Specchio". Ma sono anche quelli che aveva ai tempi di "Squerez" Cremonini, che oggi pubblica "La ragazza del futuro". Sono nella playlist Italia in Viaggio.
Cesare Cremonini e Ariete: generazioni del pop italiano a confronto
Credits: Andrea Sestito

19 anni. Sono quelli che ha Ariete, vero nome Arianna Del Giaccio, cantautrice considerata uno dei volti del nuovo pop italiano, quello che ruota intorno alla "Generazione Z", dai Maneskin a Blanco, passando per Sangiovanni: dopo singoli come "Pillole", "Mille guerre" e "L'ultima notte", solo per citare alcune delle canzoni che negli ultimi mesi le hanno permesso di conquistare l'attenzione del pubblico e della critica, oggi esordisce ufficialmente con l'atteso primo vero album, "Specchio". Undici pezzi - tra questi anche il singolo "L" - nelle quali la cantautrice romana racconta sé stessa e dunque la sua generazione, alla quale appartiene anche la collega Madame, che di anni ne ha appena compiuti 20 e duetta con lei in "Cicatrici". Ma 19 anni sono anche quelli che aveva Cesare Cremonini quando il 30 novembre 1999 i Lunapop spedivano nei negozi il loro primo album, "...Squérez?", anticipato dalla hit "50 Special". Dodici anni dopo il cantautore bolognese si appresta a spegnere le 42 candeline sulla torta e intanto, proprio oggi, pubblica un nuovo album, forse il più maturo tra i suoi lavori più maturi, "La ragazza del futuro". È su questo confronto generazionale che si basa la playlist "Italia in viaggio" di questa settimana, che raccoglie i successi del pop tricolore di questo momento: da un lato Ariete, al debutto con un disco atteso, dall'altro Cremonini, più grande di lei di ventitré anni, per il quale "La ragazza del futuro" rappresenta per certi versi un nuovo esordio.

Un confronto generazionale non troppo diverso da quello visto tra i big dell'ultima edizione del Festival di Sanremo, verrebbe da dire, dove protagonisti del pop cosiddetto classico hanno gareggiato insieme. Alla fine l'hanno spuntata Mahmood (29 anni) e Blanco (19 anni compiuti il 10 febbraio, quattro giorni dopo aver vinto il Festival) con la loro "Brividi", mentre Elisa (44 anni - ne aveva 23 quando nel 2001 vinse con "Luce") si è classificata seconda. "Vincere sarebbe stato ingiusto, per legge naturale: io avevo 23 anni all’epoca e la mia vittoria aprì una breccia, proprio come quella che hanno aperto quest’anno Blanco e Mahmood. Giusto così", ha detto la cantautrice friulana nei giorni successivi, presentando il nuovo album "Ritorno al futuro / Back to the future".

"Mi sono chiesto: qual è oggi il significato del realizzare un album? Beh, per me è sempre grande. Ho riflettuto sulla figura del cantante. Cosa può fare attualmente un artista, oltre a produrre canzoni e a fare storie su Instagram?", ha detto Cesare Cremonini, presentando "La ragazza del futuro". La risposta che si è dato, ha spiegato, "si trova nella canzone dal potere civico, collettivo. Un artista con la mia storia deve interrogarsi su questo aspetto". A sua volta ha citato un artista di una generazione ancora precedente alla sua: "Vorrei essere una voce per qualcuno come lo è per me in questo periodo Luca Carboni. Sto riscoprendo i suoi primi dischi. Una voce che accompagna e aiuta ad affrontare la vita, il domani”.

Della sua, di generazione, Ariete è considerata una portavoce: il suo "Specchio" è un viaggio introspettivo e una finestra aperta su sé stessi, che indaga il passato, le paure, i ricordi e le proprie debolezze attraverso un sound malinconico e nostalgico, lo stile che ha permesso alla cantautrice di diventare un riferimento per i suoi coetanei. Cesare Cremonini aveva la sua età quando nell'estate del 1999 faceva cantare e ballare tutti con "50 Special": "Non una canzone giovanilistica, ma realmente giovane, genuina: è ciò che fa la differenza, nella longevità di un brano", dice oggi, spiegando di sentirsela ancora addosso e di continuare per questo a cantarla anche nei concerti. Chissà che Ariete non possa dire lo stesso delle sue, nel 2043.

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