Otto donne per l'8 marzo: Barbra Streisand

Barbra Streisand
Se a volte è davvero difficile ingabbiare un’artista in un preciso genere musicale, in certi casi è addirittura impossibile dire di che tipo di artista stiamo parlando: Barbara Joan Streisand (1942) è soprattutto un’attrice, una cantante, una conduttrice tv, una regista o una produttrice cinematografica? E non ci aiutano i riconoscimento in un campo o nell’altro visto che lei è l’unica cantante ad essersi aggiudicata l’EGOT, riconoscimento assegnato a chi ha vinto almeno un Emmy come intrattenitrice tv, un Grammy come cantante, un Oscar come attrice cinematografica e un Tony come attrice teatrale (per completezza, ce la fecero anche Helen Hayes, Rita Moreno, Audrey Hepburn, Liza Minnelli e Whoopi Goldberg, ma loro hanno vinto un solo Grammy a testa e per dischi recitati, non cantati, o alla carriera: Barbra di Grammy - per ora - ne ha vinti 10: due alla carriera, 8 come cantante).
Tutto questo per dire che siamo al cospetto di un autentico monumento dell’intrattenimento. E questo da quando, a 18 anni se n’era andata di casa (e da una situazione difficilissima, con una madre vedova che si arrabattava per mettere in tavola da mangiare) e aveva iniziato a bussare a tutti gli uffici di casting: voleva fare l’attrice. In quel periodo viveva a casa di chiunque potesse ospitarla facendole srotolare sul pavimento il sacco a pelo che portava sempre con sé…
Un giorno qualcuno le suggerì di provare anche con la musica partecipando a un concorso in un locale gay al Greenwich Village. Lei cantò e per un minuto la platea rimase impietrita. Poi fu difficile farla smettere di urlare e applaudire... Naturalmente il proprietario del locale la ingaggiò per diverse settimane, lei accettò e rinunciò a una A nel nome: “odiavo il mio nome – avrebbe spiegato - ma mi sono rifiutata di cambiarlo. Avevo 18 anni e volevo essere unica. Qualcuno mi suggerì di chiamarmi Joanie Sands (Joan è il mio secondo nome) o qualcosa del genere, ma mi dissi se tiro via la “a”, è sempre “Barbara”, ma diventa unico”...
Sul palco cantava, parlava e intratteneva il pubblico: ci sapeva fare, il critico teatrale Leonard Harris scrisse: “Ha vent'anni; a trent'anni avrà riscritto i libri dei record”. Aveva ragione.
Dopo quegli inizi da cantante, sarebbero arrivati il musical, il teatro, il cinema, la tv, ma senza mai abbandonare la musica che le avrebbe dato sempre, comunque, soddisfazioni. Già il suo primo album, "The Barbra Streisand album", dell'inizio del 1963, entrò nella top 10 e vinse tre Grammy Awards, e così disco dopo disco fino all’ultimo (ad oggi) "Walls", il sessantesimo, del 2018.
Come cantante, ha sempre avuto un talento straordinario nell’usare con assoluta perfezione tecnica una particolarissima voce da mezzosoprano che negli anni si è fatta leggermente più basa e più intensa, dandole quasi accenti operistici. Cosa che l’ha fatta sempre apprezzare anche da un mondo apparentemente distante da quello del pop come quello della musica colta: il pianista Glenn Gould si è sempre detto un suo fans maniacale, ma non è il solo.
Comunque i suoi album degli anni ’60 erano essenzialmente raccolte di standard da musical o di brani presentati nei suoi show televisivi; fu con gli anni ’70 che si dedicò al pop più contemporaneo ottenendo comunque grande successo con album come "Stoney end", "Butterfly" (con una curiosa cover di "Life on Mars?" di Bowie), o "Songbird", concedendosi un tentativo nella musica classica con "Classical Barbra" nel ’76, ma senza trascurare le colonne sonore di grande successo di suoi film come "The way we were" o "A star is born".
Del 1979 è il duetto con Donna Summer "No More Tears (Enough Is Enough)", primo nelle classifiche di mezzo mondo.
Alla fine del decennio solo Beatles ed Elvis avevano venduto più di lei. E tanto per iniziare bene il nuovo decennio, nel 1980 pubblicò il suo album più venduto in assoluto, "Guilty", prodotto magistralmente da Berry Gibb, con singoli spacca-classifica come "Woman in Love" o "What Kind of Fool".
Attivissima in teatro, al cinema e in studio, se si escludono le sue primissime esibizioni al Greenwich Village, Barbra accettò di esibirsi in concerto (a Las Vegas, e dove se no?) per la prima volta solo per il capodanno 1993, poi annunciò un tour per l’estate ’94: i biglietti (che andavano dai 50 ai 1.500 dollari) vennero esauriti in un’ora e lei divenne la cantante più pagata di sempre.
E così sarebbe sempre stato: album stravenduti (ad oggi circa 145 milioni di copie nel mondo) e concerti da decine di milioni di incassi (record di 120 milioni per il tour 2006/07), alternati alla sua attività di attrice (una ventina di film), conduttrice tv (17 programmi tra il 1965 e il 2017), regista e produttrice.
Questa scheda è tratta dal libro "Just like a woman" di Lucio Mazzi, per gentile concessione dell'autore.
