Canzoni da leggere: Vasco Rossi, "Vivere una favola"

Vivere una favola
Testo di Vasco Rossi, musica di Vasco Rossi
con Guido Elmi e Massimo Riva
Incisa dall’autore nell’album "C’è chi dice no", 1987
Ah, gli stereotipi del rock.
Quelli per cui i rocker per primi si autoescludono dalla poesia per esser sempre brutti sporchi e cattivi. A volte lo sono davvero, beninteso: e censurarli bisogna. Poi però, quasi per caso, capita di pescare dallo scaffale degli anni Ottanta uno degli album più duri del primo vero rock italiano, una faccenda intitolata "C’è chi dice no".
Si mette il disco nel lettore, si pigia ‘play’ e si diffondono nell’aria tastiere a distesa, chitarre taglienti, batteria pesante, un sax che piange.
Soprattutto, una voce, “maledetta”, che strascica. Cantando la fotografia di una corrotta Italia da bere che non tutti, nell’87, avevano il coraggio di denunciare.
“Guarda, guarda là… Guarda la città… Guarda quante verità, quante… Quanti che corrono felici… Macchine veloci, genti più capaci… Quanti vincono, gli altri muoiono… Io non voglio correre, io non voglio perdere, non ridere… Cosa non darei, per vivere una favola”.
E anche se non si è brutti sporchi e cattivi, è così che il rock finisce con l’entrarci dentro: quando sa condividere la voglia dell’anima di volare via dallo squallore.
Eh già: senza stereotipi certo rock è una gran bella faccenda: specie quello, più lucido di quanto egli lasci intendere, di Vasco Rossi.
Vasco Rossi
Dopo aver iniziato il mestiere della musica quale disc jockey di una delle primissime radio libere italiane, Punto Radio della natia Zocca, Vasco Rossi debutta da cantautore aspirante rocker nel ’77, con un 45 giri. Nel 1979 già scrive una canzone destinata a rimanere negli annali ("Albachiara") e nell’81 un album storico ("Siamo solo noi"), ma per diventare davvero famoso il Blasco dovrà partecipare a Sanremo: nell’82 con "Vado al massimo" e soprattutto nell’83 con "Vita spericolata",
all’epoca suo ritratto al cento per cento eccessi inclusi. La bellezza del brano, unita alla forza dirompente dell’album in cui viene inserito, "Bollicine", consacra Vasco come primo vero rocker italiano: e di lì in poi lui non farà che confermare tale fama, portando il rock negli stadi, divenendo icona ben oltre i dischi, alternando fra intelligenza, talento e marketing provocazioni e poesie, sensibilità ed esagerazioni in una teoria senza fine di dischi di successo assoluto e tournée di numeri, a dir poco, giganteschi.
Questa scheda è tratta, per gentile concessione dell'autore e delle Edizioni della Goccia, dal libro "Canzoni da leggere" di Andrea Pedrinelli, che tratta ben 155 canzoni e i rispettivi interpreti.
