R Kelly teneva una donna nascosta sotto un ring

Lo scorso 18 agosto in un aula del tribunale di New York ha preso il via il processo contro R. Kelly che deve rispondere dell'accusa di abusi sessuali. Nel corso della prima udienza il rapper statunitense è stato descritto dall’accusa come un “predatore”. Il procuratore federale Maria Cruz Melendez ha infatti dichiarato: “Stiamo parlando di un predatore, che per decenni ha usato la sua fama, la sua popolarità e una rete di persone a sua disposizione per prendere di mira, preparare e sfruttare ragazze, ragazzi e giovani donne per la propria gratificazione sessuale”.
L’ultimo testimone ascoltato nel corso del processo, come riportato dal Daily Mail (nella traduzione di Dagospia), ha testimoniato che R. Kelly aveva fatto installare un ring nel suo garage e vi teneva sotto una donna a disposizione per i suoi desideri sessuali.
In tribunale l’uomo, che ha usato per testimoniare lo pseudonimo Louis, ha raccontato di essere stato lui stesso una vittima del musicista. Aveva conosciuto R. Kelly una sera del 2006 in cui era di turno in un McDonald’s di Chicago. Kelly gli aveva passato il suo numero di telefono, e poi lo aveva invitato a una festa a casa sua. Quando si era presentato con i genitori – all’epoca questo Louis aveva 17 anni – lo aveva preso da parte per dirgli che 'forse sarebbe meglio se venissi alle feste da solo'.
Così un giorno Louis lo ha incontrato a casa sua. Kelly lo ha portato in garage, dove c’erano una palestra e un ring da boxe. 'Mi chiese cosa fossi disposto a fare per la musica' ha raccontato al giudice, e poi gli ha praticato sesso orale. Un’altra volta, insieme a una terza persona, Kelly 'ha schioccato le dita' e da sotto il ring 'è uscita una donna'. 'Si è avvicinata' e ha fatto sesso orale ad entrambi. Una mattina, dopo una notte di alcol, si è svegliato da solo con l’imputato senza ricordare cosa fosse successo.
Louis ha raccontato poi che il cantante gli aveva chiesto di 'tenere tra me e lui' quello che era successo perché ormai 'noi siamo una famiglia, siamo fratelli'. Kelly voleva che lo chiamasse 'papà', come hanno raccontato anche altre testimoni.
Louis non è tra le presunte vittime identificate nell’atto di accusa, ma è il primo testimone maschio a parlare con la giuria. La sua testimonianza è arrivata durante la terza settimana del processo. Finora i pubblici ministeri hanno presentato testimonianze scottanti che descrivono oltre due decenni di abusi fisici, sessuali ed emotivi da parte di R. Kelly. Il cantante nega tutte le accuse a suo carico, ma rischia una pena che va dai 10 anni all’ergastolo se condannato per tutti i capi d’accusa: racket, sfruttamento di minori, rapimento e corruzione.