Bruce Springsteen, Barack Obama e il fantasma dei loro padri

E' stato pubblicato oggi, lunedì 22 marzo, il sesto episodio del podcast 'Renegades: Born in the U.S.A.', che ha quali protagonisti Bruce Springsteen e Barack Obama. L'episodio odierno si apre con un semplice domanda dell'ex presidente degli Stati Uniti: cosa significa essere un brav'uomo?
È una domanda che sia lui che il rocker del New Jersey hanno affrontato nel corso degli anni. Dice Springsteen: "L'arco della mia vita lavorativa è stato abbastanza divertente, perché ero al massimo della popolarità, credo, quando avevo un'immagine che mi somigliava poco: avevo un'immagine molto da maschio alfa".
I due hanno riflettuto sui loro padri per gran parte della loro vita assenti.
E descrivono il loro come il "viaggio di una vita nel tentativo di dimostrare il proprio valore a qualcuno che non c'è". Bruce ha inserito in scaletta "My Father's House" e ha parlato di "un padre che era malato di mente piuttosto gravemente": "Mio padre era un ragazzo divertente. C'era qualcosa nella sua malattia o in chi era che comportava una tremenda negazione dei suoi legami familiari. E ciò mi ha creato enormi problemi man mano che crescevo, perché non riuscivo a stabilire un legame familiare. Ricordo sempre che si lamentava che se non avesse avuto una famiglia avrebbe potuto accettare un certo lavoro e viaggiare, ma… era un'occasione persa. E se ne stava lì seduto davanti a quella confezione da sei birre notte dopo notte dopo notte dopo notte, e quella fu la sua risposta a tutto. Quindi. noi ci sentivamo in colpa. e quella era la mia intera immagine della mascolinità fino a quando non ho avuto circa trenta anni, quando ho iniziato a risolverla da solo. Poiché non riuscivo ad avere e mantenere una relazione, ero imbarazzato semplicemente dall'avere una donna al mio fianco. Non riuscivo a trovare una vita con le informazioni che mi aveva lasciato." .