Dave Grohl non si è mai chiesto cosa penserebbe Kurt Cobain dei Foo Fighters

In occasione dell’uscita del nuovo album dei Foo Fighters, “Medicine at midnight” (leggi qui la nostra recensione), Dave Grohl e Taylor Hawkins hanno concesso una lunga intervista al New Musical Express.
A margine della chiacchierata, è stato domandato al frontman della formazione statunitense - che, come noto, prima di formare la sua band è stato il batterista dei Nirvana - se si è mai chiesto cosa penserebbe Kurt Cobain, se fosse ancora vivo, del suo lavoro con i Foo Fighters. A tale quesito Grohl, che - come accaduto recentemente - non si è mai tirato indietro dal ricordare Cobain e il periodo trascorso nel gruppo di “Nevermind”, ha risposto: “No, non l’ho mai fatto. Vi spiego perché!”. Ha aggiunto: “Per 25 fottuti anni è una cosa per cui sono stato giudicato, e fin dall’inizio. Dovete capire che è una situazione pericolosa in cui trovarsi. Non puoi creare o giudicare qualcosa secondo gli standard di qualcun altro”.
Ricordando la paura di ricevere critiche negativi che ha provato quando iniziò a lavorare su quello sarebbe diventato il primo eponimo album dei Foo Fighters, pubblicato nel 1995, Grohl ha narrato: “È buffo, perché ho tenuto segreto questo piccolo progetto per così tanto tempo prima che diventasse una band. Uno dei motivi era la paura che la gente lo giudicasse”.
Dopo aver raccontato che l’idea di condividere tutti i demo che aveva fatto non lo faceva sentire a suo agio, dicendo “perché erano miei”, il già batterista dei Nirvana ha spiegato: “Provavo un po' di sicurezza nel tenerli per me. Uno dei motivi per cui poi ho fondato questa band [i Foo Fighters] era quello di andare avanti dal passato”. Parlando della band di “In your honor”, Dave Grohl ha poi detto: “La band rappresenta veramente questa continuazione della vita, perché non volevo rimanere in quella situazione per sempre e non potevo. Avrei potuto soffocare”.