Pharrell dice che le canzoni di "Justified" di Justin Timberlake erano per Michael Jackson

Pharrell Williams, parlando al podcast di Revolt TV Drink Champs, ha affermato che "tutti tranne uno" dei brani inclusi nell'album di debutto di Justin Timberlake, "Justified" (leggi qui la recensione), pubblicato nel novembre 2002, erano stati scritti in origine per Michael Jackson.
Pharrell ha rivelato inoltre che lui inviava regolarmente dei beat sia a Michael Jackson che a Prince, apparentemente senza successo. Il 47enne musicista e produttore statunitense ha detto:
"John McClain era il suo manager all'epoca. Gli abbiamo mandato praticamente tutte le cose che sentite nell'album "Justified". Questa è tutta roba destinata a Michael (...) “Tutte tranne una, sono state scritte per Michael."
Pharrell ha affermato che il Re del Pop non si mostrò interessato ai brani che gli vennero offerti, dicendo che voleva qualcosa di più vicina, come stile, alla collaborazione dell'ex N.E.R.D. con il rapper N.O.R.E. Nel 1998. Continua ancora Pharrell:
"John McClain sembrava dire, 'Amico, Michael non vuole quella merda', 'Vuole la merda che dai a Noreaga... lui vuole "Superthug"".
Lo scorso venerdì Pharrell aveva fornito la sua opinione riguardo la battaglia legale che ha visto schierati da una parte Scooter Braun, che ha acquisito nell'estate del 2019 i master dalla Big Machine Records con la sua società Ithaca Holding, e dall'altra Taylor Swift, che ha raccontato di non essere stata interpellata dai suoi ex discografici e che ha fatto della stessa vicenda una battaglia sul controllo della musica da parte dell'artista.
Pharrell ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte:
"A lui era consentito effettuare l'acquisizione: gli affari funzionano così. Io ho avuto compassione per lei, che non poteva avere il controllo dei master. Il fatto è che il sistema attuale è completamente sbagliato. Braun è un uomo d'affari, ha acquistato qualcosa sapendo che stava per fare un buon affare. Ma l'artista dovrebbe avere l'opportunità di mantenere la proprietà delle proprie creazioni. Il sistema si basa su norme che non sempre tutelano i creatori".