Concerti in chiesa? A Milano ne ha fatto uno Gianluca De Rubertis

Concerti in chiesa? A Milano ne ha fatto uno Gianluca De Rubertis. E ha avuto un grosso successo grazie al passaparola virtuale sui social. Lo scorso mercoledì il cantautore pugliese, ex membro del duo Il Genio (composto insieme ad Alessandra Contini - salirono alla ribalta nel 2008 grazie alla hit "Pop porno"), si è esibito nella chiesa San Vittore e 40 martiri in viale Lucania, tra Calvairate e Quartiere Mazzini, per presentare dal vivo (che bello poter usare questa espressione, "dal vivo", parlando di concerti fisici in piena pandemia) il suo ultimo album "La violenza della luce", uscito lo scorso 23 ottobre.
Termoscanner all'ingresso, mascherina obbligatoria e distanziamento fisico: all'interno della parrocchia 50 spettatori hanno assistito al concerto, rispettando tutte le norme per prevenire il contagio e l'imitare l'ulteriore diffusione del virus. "L'idea è nata a ottobre, dopo l'entrata in vigore del decreto che disponeva, tra le altre cose, la chiusura di teatri e sale da concerto. Ne ho parlato sui social: sembrava una provocazione. Poi l'ho ribadita in un'intervista che ha circolato parecchio sui social. Ho notato che da parte delle persone c'era dell'interesse. È stata la molla che mi ha spinto a rimboccarmi davvero le maniche", racconta De Rubertis.
Il cantautore, 44 anni, si è messo subito all'opera: "La ricerca non è stata esageratamente lunga. Ho provato a fare alcune telefonate. Poi un giorno sono entrato nella parrocchia proprio sotto casa mia. E ho conosciuto don Antonello, un parroco giovane, simpatico e con la mente aperta: una persona rara. Gli ho raccontato l'idea, lasciandogli il mio disco. Dopo pochi giorni ci siamo incontrati di nuovo e mi ha dato la sua disponibilità, concedendomi uno spazio della parrocchia. Avevamo previsto un massimo di 80 spettatori. Poi l'evento su Facebook ha fatto un boom di condivisioni e le partecipazioni sono arrivate a 120". Il parroco si è preoccupato: "'Non vorrei si scatenasse un putiferio...'", mi ha detto, "alla fine mi sono assunto io ogni responsabilità, riducendo anche il numero degli spettatori a 50, oltre ai giornalisti".
L'ingresso era gratuito: "Sul banchetto accanto alle copie dei dischi c'era un cestino: i soldi li ho dati al parroco, era giusto così. Anche se in questo momento da musicista sono tra le persone che hanno più bisogno di aiuto, non si specula su queste cose", spiega De Rubertis. È filato tutto liscio: "Alla fine dell'esibizione don Antonello si è complimentato sia con me che con gli spettatori per aver rispettato il luogo e le norme". Il cantautore punta ora a ripetere l'esperimento: "Ora che per le vacanze di Natale scenderò a Lecce, la mia città, proverò a convincere anche qualche chiesa della mia città. Non mi dispiacerebbe registrarlo, uno di questi concerti".