Nirvana, "Nevermind" ha 30 anni: la storia di “Lounge Act”

Come da abitudine ampiamente consolidata, il titolo “Lounge Act” non ha niente a che vedere con il contenuto del testo ma si riferisce all’esecuzione del pezzo. Secondo Cobain e Novoselic, la performance è simile a quella di un gruppo lounge, un giudizio probabilmente ironico perché lo stile dei Nirvana non ha nulla a che spartire con il mondo dei cocktail bar o le rivisitazioni dei ritmi latin. Il testo invece parla di una relazione sentimentale complicata, in cui “non riesci a portare a termine i tuoi progetti artistici perché l’altra persona ti sbarra la strada”, nelle parole di Cobain.
Nella biografia di Charles Cross viene citata una lettera a Tobi Vail, mai spedita, in cui Cobain ammette che “Lounge Act” parla di lei. Anche se la loro relazione non è durata molto, circa sei mesi nel 1990, Tobi e stata una persona importante per Cobain. Appassionata conoscitrice di punk, ossessionata dalla musica quanto lui, è la batterista delle Bikini Kill, ed è un personaggio di spicco del giro di Olympia che più o meno gravita intorno a Calvin Johnson, leader dei Beat Happening e fondatore della K Records.
I sentimenti di Cobain nei confronti della comunità underground di Olympia sono ambivalenti: da un lato simpatizza con l’idea punk di organizzare autonomamente la propria attività musicale e apprezza la musica prodotta e ascoltata in quella cerchia, tant’è che si è tatuato su un braccio il logo della K Records (da solo, come Grohl gli ha insegnato a fare). D’altra parte vede Johnson come una specie di guru di un circolo elitario e soffre di qualche complesso di inferiorità, e nei suoi diari confessa di cercare di “dimostrare agli altri che sono più intelligente e figo di quel che sono”. Tobi Vail invece è perfettamente inserita nell’ambiente, poco interessata a un rapporto di coppia convenzionale e non è disposta a tollerare il debole di Cobain per l’eroina. Cobain è affascinato da lei, ed è molto interessato alle sue opinioni in tema di punk e di femminismo, ma alla fine è lui a interrompere la relazione.
In studio la canzone mette il gruppo un po’ in difficoltà: Vig racconterà che sono state necessarie cinque o sei takes prima di arrivare a una versione soddisfacente. Il finale è ottenuto rallentando la velocità dal nastro, un trucco non particolarmente originale ma d’effetto.
I testi sono tratti dal libro di Paolo Giovanazzi “Teen Spirit”, pubblicato da Giunti, per gentile concessione dell’autore e dell’editore; al libro rimandiamo per la versione integrale dei testi di presentazione delle canzoni di “Nevermind” e di tutti gli altri album dei Nirvana.