Gli U2 e il film-concerto che provò a cambiare le regole: "Rattle and hum"

Il 10 ottobre del 1988 usciva "Rattle & hum", l'album con cui gli U2 davano seguito al successo di "The Joshua tree". Un doppio album a metà tra live e registrazioni inedite di studio, accompagnate da un film, diretto da Phil Joanou dedicato alla tournée americana della band. In realtà la pellicola, e il doppio album collegato, furono molto di più: il tentativo di cambiare le regole del film-concerto e dell'album dal vivo.
"The Joshua tree" e l'America
Un anno e mezzo prima, nel marzo 1987, la band irlandese aveva pubblicato quello che sarebbe rimasto nella storia come il suo capolavoro: "The Joshua tree". Al disco, best seller da milioni e milioni di copie, seguì un tour altrettanto trionfale, tra Europa ed America. E fu qui che la band ebbe l'intuizione: "The Joshua tree" era un racconto sul luogo "dove le strade non hanno nome", fin dalla copertina. Quello che sarebbe arrivato dopo non poteva essere un semplice film-concerto o un semplice live album. Così nel disco e nel film gli U2 espansero il loro racconto dell'America.
Un film a metà tra concerto e documentario
Il film fu un'idea di Joanou, che suggerì di chiamare Martin Scorsese (che aveva diretto "The last waltz", considerato uno dei capolavori del genere) o Jonathan Demme ("Stop making sense" con i Talking Heads, altro film-concerto molto apprezzato). Doveva inizialmente intitolarsi "U2 in the Americas", ma poi si optò per la regia dello stesso Joanou e per una frase di "Bullet the blue sky", una delle canzoni centrali di "The Joshua Tree".
L'idea fu di unire canzoni dal vivo (riprese dal vivo a Denver non lontano da dove la band aveva girato qualche anno prima lo storico "Live at Red Rocks: Under a Blood Red Sky"), a nuovi brani a tema americano, come la dedica a Billie Holiday ("Angel of Harlem") o la rivisitazioni: memorabile la versione gospel di "I still haven't found" con un coro di Harlem, al Madison Square Garden. Aggiunsero collaborazioni con icone come B.B. King ("When love comes to town") e Bob Dylan (co-autore di "Love Rescue Me") e cover ("All along the watchtower", sempre Dylan, e "Helter skelter", che gli U2 volevano togliere dall'immaginario di Charles Manson che la citò nella sua strage a Bel-Air).
Un mezzo flop al botteghino
L'album arrivò al 1° posto in America, Inghilterra in una decina di paesi, ma il film ricevette critiche non sempre positive e non andò altrettanto bene al botteghino: in America, secondo le cifre riportate al tempo da Rolling Stone, incassò solo 8 milioni di dollari nonostante la distribuzione in 1400 sale - da cui venne presto ritirato.
Curiosamente, gli U2 non hanno mai ristampato in versione espansa né l'allbum né il film, nonostante circolino sotto forma di bootleg diversi materiali inediti, sia audio che video.