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Sanremo 2005: a che servono i duetti? (1)

Sanremo 2005: a che servono i duetti? (1)
Perché i ragazzi di “Amici”? “Per dare un’opportunità ai giovani”, spiega Gigi D’Alessio. Si apre così la serie dei duetti del venerdì sera: idee a metà fra lo spettacolare e l’inutile o il pretestuoso, che salvo rare eccezioni non hanno aggiunto nulla (anzi, al contrario...) alle potenzialità del concorrente in gara. Il balletto dei ragazzi di “Amici” ha disturbato l’esecuzione di D’Alessio, Luca Di Risio ha distolto attenzione da Paolo Meneguzzi, Jessica Morlacchi (ex voce e basso dei Gazosa, scusate se è poco...) ha sostanzialmente danneggiato Marco Masini. Maurizio Zappatini, coautore e insegnante di canto di Francesco Renga, ha invece aiutato il suo allievo a presentare una versione ancora più intensa di “Angelo”.

Elio senza Le Storie Tese, in versione flautista con parrucca e basettoni, ha clamorosamente rubato la scena a Le Vibrazioni, a dispetto dell’incapacità del regista di coglierne le invenzioni mimiche (e a dispetto dell’esagerato protagonismo di Francesco Sarcina); inutile a scopi che non fossero coreografici la presenza di Sergio Muniz insieme ai Matia Bazar, la cui nuova cantante - stasera sfoggiante un look assolutamente improponibile - ha continuato imperterrita a urlare anche nella versione acustica del brano; Max Pezzali non ha migliorato granché l’impatto, già inopinatamente poco efficace, del brano di DJ Francesco; Alessandro Preziosi - in veste di pianista e cantante - ha probabilmente contribuito a rendere meno ‘di nicchia’ l’immagine di Nicky Nicolai e della sua band.
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