Incombe l’ennesimo rischio di commissariamento sulla Siae, dopo che i consiglieri rimasti in carica (cinque, di cui tre di nomina governativa) hanno revocato un’assemblea fissata per oggi e destinata a chiarire le reciproche posizioni tra la maggioranza che sostiene il presidente contestato Franco Migliacci e i soci di minoranza. Migliacci e tre consiglieri (Diego Cugia, Giovanni Natale e Ivan Cecchini) erano stati destituiti in seguito a un ricorso promosso dal Codacons al Consiglio di Stato per un vizio formale riscontrato nelle nomine (vedi News); successivamente però il presidente era stato riconfermato in carica con una nuova delibera dell’assemblea. La situazione resta comunque in sospeso, in quanto il Codacons ha presentato un nuovo esposto alla magistratura e il parere delle commissioni parlamentari incaricate di vigilare sull’ente è venuto a mancare per scadenza dei termini.
All’interno dello stesso cda si era manifestata una spaccatura in occasione della nomina del direttore generale Gianni Profita, sostenuto dai tre consiglieri di nomina governativa e dai due membri aggiunti Silvano Guariso e Tino Cennamo contro il parere di Migliacci e degli altri consiglieri che proponevano la candidatura dell’ex amministratore delegato di Blu Enrico Casini: tanto da spingere il presidente della società ad avanzare il sospetto di una precisa volontà governativa di mettere le mani sulla Siae. La revoca dell’ultima assemblea aggiunge un altro elemento di instabilità: e se il cda non dovesse ritrovare armonia al suo interno, si dice che il ministro dei Beni Culturali Giuliano Urbani e il suo delegato/sottosegretario Antonio Martusciello potrebbero decidere di intervenire con un nuovo commissariamento, affidando la gestione straordinaria dell’ente allo stesso Profita o a Guariso, presidente facente funzione durante la sospensione dalla carica di Migliacci. (Fonte: Corriere della Sera)
All’interno dello stesso cda si era manifestata una spaccatura in occasione della nomina del direttore generale Gianni Profita, sostenuto dai tre consiglieri di nomina governativa e dai due membri aggiunti Silvano Guariso e Tino Cennamo contro il parere di Migliacci e degli altri consiglieri che proponevano la candidatura dell’ex amministratore delegato di Blu Enrico Casini: tanto da spingere il presidente della società ad avanzare il sospetto di una precisa volontà governativa di mettere le mani sulla Siae. La revoca dell’ultima assemblea aggiunge un altro elemento di instabilità: e se il cda non dovesse ritrovare armonia al suo interno, si dice che il ministro dei Beni Culturali Giuliano Urbani e il suo delegato/sottosegretario Antonio Martusciello potrebbero decidere di intervenire con un nuovo commissariamento, affidando la gestione straordinaria dell’ente allo stesso Profita o a Guariso, presidente facente funzione durante la sospensione dalla carica di Migliacci. (Fonte: Corriere della Sera)