
Oggi si beve forte. In primo luogo perché la band di cui andiamo a parlare non ha mai fatto mistero della propria passione per l’eccesso; e poi perché siamo al cospetto di un gruppo di progenitori del thrash, estremisti sonici intransigenti, che hanno segnato un’epoca… pur non raccogliendo tutto ciò che spettava loro a livello di fama e notorietà. Ecco gli Exodus, all’Heavy metal pub.
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Nel 1979 il thrash metal non esisteva. Neppure nei sogni e nelle fantasie. Eppure gli Exodus, a Richmond (California) lo suonavano già… senza saperlo. Uno dei co-fondatori è nientemeno che Kirk Hammett – poi entrato nei Metallica (e la sua storia la conosciamo tutti!) – e la band, fin dagli esordi, è stata caratterizzata da un’attitudine intransigente, improntata a velocità e potenza, con gli ingredienti che sarebbero poi divenuti fondamentali appunto per l’esplosione del thrash di pochi anni dopo nella Bay Area.
Precursori, sì, ma anche sfortunatissimi, gli Exodus… cambi di formazione, incidenti, pause (e anche un paio di tragici decessi) hanno frenato quella che poteva essere una carriera fulgida, al pari di quella dei Big Four del thrash. Eppure il loro esordio discografico, lìepocale “Bonded By Blood” è giunto solo nel 1985, quando ormai il fenomeno thrash era esploso e la concorrenza era spietata… il potenziale di quei brani, se solo fossero usciti quando erano stati concepiti, sarebbe stato deflagrante.
Nonostante alcuni stop e varie vicissitudini, la band è ancora attiva, con una decina di album al proprio attivo, e soprattutto uno status di culto: e i riconoscimenti, anche da parte di illustri colleghi, non mancano… Scott Ian degli Anthrax sostiene che i Big Four del thrash dovrebbero essere in realtà Big Five, includendo anche gli Exodus. E scusate se è poco…