Katy Perry - la recensione di "WITNESS"

"Witness" è il nuovo album in studio di Katy Perry, l'ideale sequel di "Prism" del 2013. Il quarto disco della popstar californiana è stato anticipato da una manciata di singoli, tra cui "Chained to the rhythm", e Katy Perry lo definisce come un "purposeful pop album", ossia come un disco con un obiettivo preciso: quello di far riflettere. Nelle canzoni che compongono la tracklist di "Witness", la cantante cerca di fare proprio questo: rendere impegnate delle potenziali hit pop. Ma ci riesce? Ed è credibile in questa (presunta) veste "impegnata"? La nostra recensione:
Se considerassimo "Witness" come un "purposeful pop album", come un album "impegnato" (che poi "impegnato" è un parolone, davvero), probabilmente non useremmo parole tenere: Katy Perry in questa versione convince poco, manca di spessore e di incisività. Inserire vaghi riferimenti politici in canzoni i cui testi hanno poco a che vedere con la politica: è davvero questo, tutto quello che riesce a fare? Se sì, ha ragione chi - come Consequence of Sound - scrive: "La satira non è il suo forte". Preferiamo considerarlo, invece, come un album di potenziali e semplici hit pop con cui Katy Perry continua a voler vincere facile, a sedurre le radio, a riempire le arene e a vendere copie. A fare, insomma, quello che ogni popstar dovrebbe fare.