CampusBand, un contest per le band 'scolastiche'. Parla Mario Lavezzi: 'Trasgredire i canoni è quello che serve oggi'

Si terrà domani sera, giovedì 16 giugno, nel Cortile delle Armi del Castello Sforzesco di Milano la finale della prima edizione di "CampusBand", contest rivolto a tutti i gruppi musicali che si sono formati nei licei e nelle università italiane. L'ideatore di questo concorso è Mario Lavezzi, compositore e produttore che nel corso della sua cinquantennale carriera ha collaborato con - tra gli altri - i Camaleonti, Adriano Celentano, Loredana Berté, Lucio Battisti e Ornella Vanoni: "Volevamo fare qualcosa di alternativo", spiega Lavezzi, "per i giovani le possibilità per farsi notare sono rappresentate prevalentemente dai talent e nelle case discografiche mancano le possibilità economiche per supportare un giovane talento".
"CampusBand" è una sorta di prosecuzione di "Sun 'n Sound", contest lanciato qualche anno fa dallo stesso Lavezzi in collaborazione con il Comune di Milano: "Quello, però, era un concorso soltanto regionale. Io volevo estenderlo a livello nazionale, perché secondo me è un'iniziativa che merita. Così ho proposto il progetto al Miur (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) e alla SIAE: è nata un'intesa per cui la SIAE lo sostiene a livello economico, mentre il Miur lo ha promosso nelle scuole. Quest'anno la circolare è passata a gennaio, un po' tardi, in un periodo in cui un ragazzo è molto impegnato con le interrogazioni e le pagelle. Il prossimo anno la faremo passare ad ottobre".
L'età media dei componenti della band non doveva superare i 25 anni. Partecipare era molto semplice: bastava inviare un inedito e una cover. Queste registrazioni sono state ascoltate e giudicate da una commissione di esperti comprendente - tra gli altri - i nomi dello stesso Mario Lavezzi e del paroliere Cristiano Minellono. Fra tutte, sono state selezionate 10 band finaliste che domani sera avranno modo di esibirsi dal vivo nel Castello Sforzesco di Milano: Hard Scream (Roma), Marasma (Firenze), Public Display (Cosenza), Stato Mentale Alterato (Roma), The Dreams Of Lady V. (Milano), The Flyters (Locri), The Francis (Milano), The Ironsides (Rimini), Velk (Reggio Calabria) e Venice Downtown (Bologna). In palio per la band vincitrice ci sarà un contratto con un'etichetta discografica per la pubblicazione del singolo contenente il brano inedito, con relativo video e la cover, oltre a due borse di studio: una al CET, scuola fondata da Mogol; l'altra al CPM di Milano, scuola rappresentata da Franco Mussida. Gli stessi Mogol e Mussida, insieme a Lavezzi, hanno fatto da "guida" alle band, nel corso delle settimane. "Si sono iscritte un centinaio di band e da tutte le regioni: Calabria, Sicilia, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia...", dice Mario Lavezzi, "il 50% canta in italiano, il restante 50% canta in inglese. E hanno riferimenti a band che non sono omologate: musica alternativa, dall'heavy metal al punk metal con riferimenti ai Metallica, Blur, Wolfmother, Audioslave, Soviet Soviet, Cyborgs. In finale la giuria comprenderà 8 membri e a questi si aggiungeranno anche 15 persone scelte tra il pubblico presente, chiamate a votare con le palette. Come si faceva al Cantagiro".
"L'idea del concorso" continua Lavezzi - mi è venuta perché sono artisticamente sono nato proprio in una band 'scolastica': all'età di 14 anni condividevo la passione per la musica con i compagni di scuola e gli amici del mio quartiere, il Giambellino, a Milano. Lì è nato il mio primo gruppo: con i Trappers suonavamo nei matinée danzanti, il sabato pomeriggio e la domenica pomeriggio, e alla feste studentesche di Natale, Pasqua e fine anno. Erano quelle, le occasioni per farsi vedere e conoscere. Poi sono passato da una band scolastica a una band professionale come i Camaleonti".
"Ora vedo che ci sono delle riproposte di quel periodo straordinario di creatività in tutti i settori: il cinema, il teatro, la musica", prosegue Lavezzi, paragonando i tempi contemporanei agli anni '60, "in quegli anni sono nati i Beatles, c'è stata una rottura totale nei confronti del passato, un cambiamento totale dei costumi. Questi ragazzi fanno ricerca: non si accontentano della musica che gira intorno e che va per la maggiore, ma vanno alla ricerca delle cose controcorrente. Uno dei tanti consigli che ho dato ai ragazzi è di trasgredire i canoni, perché è quello che serve oggi. C'è un'omologazione che preoccupa un po' e l'obiettivo di Campus Band è trovare qualcosa di originale".