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X Factor 9, vince Giosada. Il commento.

Giosada è il vincitore della nona edizione di X Factor. Ha battuto nello scontro finale al televoto gli Urban Strangers.

La finale del talent show canoro, svoltasi in diretta dal Forum di Assago, ha visto i cantanti esibirsi in tre manche. Una prima unica e veloce di duetti, tutti con Cesare Cremonini al piano: Giosada su “Logico” , Urban Strangers su “Buon viaggio”, Davide Shorty su “Mondo”, Enrica su “La nuova stella di Broadway”. La prima eliminata è stata Enrica.

Quindi i superstiti con gli inediti, presentati settimana scorsa: Davide Shorty con "My soul trigger”, gli Urban Strangers con "Runaway” e Giosada con "Il rimpianto di te”. ll secondo eliminato è stato Davide.

Infine una terza manche, denominata "My song", con Gli Urban Strangers che hanno cantato "Oceans" di Jay-Z cantato e Giosada "The best of you" dei Foo Fighters.

In mezzo alla gara: l’ospitata dei Coldplay, l’unica uscita promozionale nel nostro paese: “Adventures of a lifetime” e "A head full of dreams”, con un Chris Martin un po’ fuori fase vocalmente. Elio e le Storie Tese con una monumentale “Servi della gleba”, il duetto tra Mika e Fedez su “Beautiful disaster”, gli Skunk Anansie con il nuovo singolo, e poi ancora Cesare Cremonini, da solo, con "Lost in the weekend".

X Factor ha confermato la tendenza delle ultime edizioni: una macchina rodatissma dal punto di vista televisivo - pure troppo, tanto da diventare prevedibile. E, per quello che interessa a noi che di questo ci occupiamo, uno spettacolo deludente dal punto di vista musicale. Poco male, per certi versi: X Factor è prima un programma TV, poi un un programma di musica. Quello che conta sono le storie, lo spettacolo, i personaggi, prima ancora che le canzoni e i cantanti. Un dato, però: da tre edizioni da questo talent non emerge un talento immediatamente puro. Gli ultimi sono stati Francesca Michelin (2011-2012) e Chiara Galiazzo (2012). Poi sono arrivati Michele Bravi e Lorenzo Fragola, decisamente meno eclatanti. Si badi bene: non stiamo parlando della carriera fuori e dopo il talent, ma proprio di quello che i concorrenti hanno mostrato in termini di potenziale musicale e discografico all’interno e durante il programma - e quindi del casting musicale. Nulla di quello che abbiamo visto quest’anno ha lasciato musicalmente a bocca aperta. Cosa succederà dopo è un’altra storia.

I concorrenti (e le band). Quelli che sembrano avere un potenziale fuori da X Factor sono gli Urban Strangers  - un modello non proprio nuovissimo, peraltro: ricordate i Sonohra? Devono però decidere quale strada prendere: quella del duo acustico, un po’ emo ed un po’ contaminato - anche se in questa veste hanno letteralmente massacrato alcune canzoni come “La libertà” di Gaber; o quella del pop elettronico - come l’inedito presentato. Il vincitore Giosada ha una bella voce e una discreta presenza ma assomiglia a tante altre cose: c’è parecchio da lavorare - anche per decidere dove portarlo. Il resto, compresi i finalisti, è veramente trascurabile. Insomma, anche quest'anno non c’è stato un talento che ti faccia dire subito "wow!”, come Chiara, Francesca Michelin, Mengoni in passato.
Bella e doverosa l’inclusione delle band, attese da lungo tempo - ma anche in questo campo, nulla di ciò che si è visto ha lasciato davvero il segno -  gli Urban Strangers, peraltro, non sono una band, ma un duo: ed è un’altra cosa.

Le canzoni. Nelle cover si è insistito moltissimo sul repertorio straniero, pochissimo sull'italiano. Stesso discorso sugli inediti: 4 su 5 dei presentati (compreso quello dei Moseek, eliminati in semifinale) erano in inglese - con l'unica eccezione di Giosada, che guarda caso ha poi vinto. Latitano le grandi firme: in passato c’erano quelle di Elisa (Michielin), Ramazzotti (Chiara), Zibba e Tiziano Ferro (Bravi). L’anno scorso si è detto che gli inediti erano opera dei concorrenti (passando l’idea che fosse un talent per cantautori). Quest’anno si è optato per una soluzione mista, con la presenza di Pacifico (grande autore) che ha rimesso mano ad un pezzo originale di Giosada, e Skin, che co-firma quello di Elena. Degli inediti, la migliore era “Soul trigger” di Davide. Il resto funzionerà, se funzionerà,  per il traino del programma TV, non perché valga la pena in sé: sono canzoni deboli.

I Giudici.  La presenza di Skin è una bella operazione di posizionamento del personaggio, reso popolare in vista dell’uscita dell’album degli Skunk Anansie e del tour che seguirà. Ma, al di là del mantra “Attacca!”, la difficoltà con l’italiano ha reso faticosa la sua presenza, con quelle frasi stiracchiate spesso difficilmente comprensibili. Elio, al suo ritorno, è sembrato decisamente più in palla che in passato (nelle sua ultima presenza era visibilmente scazzato). Mika è una certezza, ormai si è ritagliato un ruolo alla perfezione ed è il vero centro del programma. Fedez si è normalizzato, trovando una sua chiave meno nervosa dell’anno scorso. Ma la chimica è funzionata fino ad un certo punto: troppo accordo, troppa pace, come preannunciato in conferenza stampa, e quindi poca tensione. Anche quando gli autori hanno provato a far litigare i giudici per creare tensione è sembrata un’operazione forzata.
Più che la mancanza di Morgan, con le sue analisi precise e le sue sfuriate, si è sentita la mancanza di una Simona Ventura - ovvero di un giudice che desse ritmi e tensione narrativa da conduttore televisivo - quello che la Cabello non è riuscita a fare l’anno scorso (e che magari farà Linus l’anno prossimo, dopo essere stato testato come giudice aggiunto in semifinale) . E dire che c’era una Mara Maionchi in formissima, lasciata però in panchina all’Extra Factor. Inevitabile qualche cambiamento - che speriamo riguardi non solo la giuria, ma anche le scelte musicali. X Factor è TV, ma TV fatta con la musica, no?

(GS)

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