Malika Ayane, il “Naïf tour 2015” al Teatro Nazionale di Milano: il report del concerto

«Che questa sia per me e per voi soprattutto una serata naïf»: questo è l’augurio annunciato da Malika Ayane sul palco del Teatro Nazionale di Milano, nella prima data delle tre previste (si replica stasera, 13 ottobre e poi nuovamente il 30 novembre)
Sembra proprio che “naïf” sia la parola chiave della serata della cantante di origini marocchine: la volontà di rappresentare con candore e semplicità le situazioni della vita di ogni giorno, come suggeriscono i testi dell’omonimo ultimo album della cantante, viene declinata nel grazioso contesto del teatro, in un live in realtà tutt’altro che semplice.
Il pubblico viene accolto dai musicisti della scuola Cluster, che catturano l’attenzione all’ingresso del teatro: una bella soluzione per dare spazio ai giovanissimi in un ambiente in cui uno show di apertura sul vero e proprio palcoscenico sarebbe forse stato ridondante.
Si accendono alcuni fasci di luce nell’oscurità del teatro e Malika fa il suo ingresso tra il pubblico cantando “Blu”, accompagnata da un corpo di ballo. Indossa un mantello colorato che le conferisce un’aria fiabesca, accenna qualche passo seguendo la coreografia, ma è evidente che la sua forza stia nella voce, piena e calda. Questa prima parte del concerto si concentra sulla spettacolarità del mantello, che si trasforma durante ogni brano, e diventa un vero e proprio oggetto di scena: i ballerini ci giocano, ne allungano i lembi fino a trasformare Malika in una farfalla nel brano “Tre cose”. Tutto sembra incentrato su questa scena di metamorfosi, quando finalmente si accendono le luci e tutto ciò che lo spettacolo perde in fatto di teatralità lo acquista di gran lunga dal punto di vista musicale.
La formazione in questo live è sorprendentemente ricca: viene dato largo spazio alla sezione ritmica, con il virtuoso Maestro Di Gregorio alle percussioni, e l’ensemble suggerisce una resa dei pezzi di Malika elaborata e interessante.
Colpisce per la sua bellezza l’esecuzione di “Medusa”, pezzo che permette alla cantante milanese di esprimere sia il virtuosismo della sua voce sia una nota intimista e naturale che si sposa bene con la sua musica. È interessante l’attenzione che ancora una volta viene dedicata agli elementi ritmici e percussivi: gli intermezzi musicali sono affiancati da coreografie “Stomp” e l’arrangiamento di “Cose che ho capito di me” sembra sottolineare questa energia. Una dolce “Mars”, accompagnata dalle spazzole e da un malinconico violoncello, segna una pausa delicata prima della più corale e ricca “Thoughts and Clouds”, che chiude la prima parte della scaletta.
Per la scelta dei brani successivi Malika ha in serbo alcune sorprese. Alla maniera del varietà dei bei tempi che furono, annuncia sul palco un tabellone contenente i suoi più famosi singoli, che funziona grazie al colpo di un martello gigante. Il marchingegno, che richiama un po’ il luna park e un po’ i frizzanti colpi di scena degli show televisivi anni Sessanta, viene azionato a sorpresa da una Caterina Caselli divertita. Malika esordisce con il brano “Sospesa” (a lei molto caro), che sfocia nella celebre “Feeling better”, con uno stupendo arrangiamento dal sapore latin. La cantante, coinvolgendo il pubblico, si esibisce tutto d’un fiato nei suoi successi e chiude questo momento “interattivo” con l’accorata “E se poi”.
L’ultima parte dello spettacolo la vede vestita di paillettes nere, sullo stile di Liza Minnelli, al centro di frizzanti coreografie da musical. Raccoglie grandissimo successo l’esecuzione di “Senza fare sul serio”, prima di rientrare sul palco per un bis in parte improvvisato, sotto richiesta del pubblico in piedi.
(Vittoria Polacci)
SETLIST:
Blu
Tre cose
Tempesta
Medusa
Lentissimo
Ansia da felicità
Dimentica domani
Ricomincio da qui
Cose che ho capito
Mars
T&C
Sospesa
Feeling better
Come foglie
Contro vento
La prima cosa bella
Satisfied
Cosa hai messo nel caffè
E se poi
Non detto
Chiedimi se
Senza fare sul serio
BIS:
Adesso e qui
Neve casomai