Il 28 aprile esce l’album di Ludovico Einaudi “Taranta project” (Ponderosa/Believe). Un album che fa seguito alle due partecipazioni, 2010 e 2011, del pianista e compositore torinese in qualità di direttore dell’orchestra della Notte della Taranta.

L’album è la summa di un percorso che ha portato Ludovico Einaudi, dopo aver partecipato alle due edizioni della manifestazione a portare in tour, in Italia e all’estero, il progetto Notte della Taranta. In questa fatica lo hanno aiutato artisti quali Ballaké Sissoko (Rokia Traorè, Vincent Segal), Justin Adams (Tinariwen, Robert Plant), Juldeh Camara (Robert Plant) e Mercan Dede. Più, solo per citarne alcuni, i musicisti e cantanti salentini: Antonio Castrignanò, Enza Pagliara e Alessia Tondo.
Così lo stesso Ludovico Einaudi si esprime su questo progetto: “Taranta project” è il risultato di un processo di rielaborazione del lavoro che ho svolto come Maestro Concertatore della Notte della Taranta, nelle due edizioni, agosto 2010 e 2011. Il materiale, uno straripante caleidoscopio di suggestioni musicali, è stato oggetto negli anni seguenti di un ulteriore approfondimento, e questo album ne è la testimonianza. La mia visione, nell’incontro con la musica della Taranta, e' stata quella di cercare di far rivivere gli antichi canti della tradizione salentina che un tempo venivano usati per scacciare i mali del mondo, stabilendo una rete di connessioni con altre tradizioni e culture musicali, aspirando a creare un linguaggio universale in cui potessero convivere antico e moderno, sacro e profano, tradizione scritta e tradizione orale. Taranta Project è quindi un progetto che accoglie svariati mondi e modi di fare musica, in cui ciascuno si esprime a livello individuale e al tempo stesso è parte di un grande affresco in cui tutti i linguaggi si amalgamano, si confondono, si annullano, dando vita a un unico flusso corale. I mondi a cui mi riferisco, e a cui hanno contribuito i numerosi musicisti presenti nell'album, sono quello della musica africana, mediorientale ed elettronica, e in un certo senso anche quello della musica barocca, per le sue strutture a blocchi, i cambi di colore dinamici e armonici improvvisi. Questo album è frutto di un poderoso lavoro di gruppo. Amici musicisti mi hanno accompagnato in questo viaggio così denso e per certi versi rocambolesco in cui a tratti ho temuto di perdermi.”
E prosegue ringraziando quanti lo hanno aiutato in questo lavoro: “Primo fra tutti Mauro Durante, che mi ha iniziato alla conoscenza della musica salentina, la mia bussola nella giungla della Taranta. Il gruppo di voci e strumenti salentini si è lasciato prendere da questa avventura con slancio e finezza musicale ma anche con il calore e la spontaneità di una grande famiglia.Tra gli ospiti, Mercan Dede e i Secret Tribes hanno impregnato di seduzione medio orientale i ritmi della pizzica mentre gli africani JuJu e Ballake Sissoko hanno spinto la Taranta ancora più vicino a un sentimento ancestrale. Infine, Alberto Fabris che senza mai scoraggiarsi ha seguito passo dopo passo tutta la produzione, senza il quale Taranta Project forse non sarebbe mai stato portato a compimento.”
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