Senhit e ‘Don’t Call Me’: dai musical alla carriera solista. La videointervista

Senhit è la prima e (per il momento) unica scommessa discografica della Panini, l’azienda produttrice di libri, fumetti e delle celeberrime figurine che ciascuno di noi ha collezionato almeno una volta. Nella nostra chiacchierata con la cantante bolognese (ma di origini eritree) la parola “album” ricorre, seppur in un’accezione chiaramente diversa: sarà infatti la prevedibile conclusione di un percorso tracciato già da due singoli: “Relations”, uscito il 2 maggio 2014 e “Don’t call me”, uscito lo scorso 11 luglio, entrambi supportati dalla produzione artistica di Corrado Rustici.
Dopo un’intensa seduta di make up e prima del previsto servizio fotografico, Senhit si presenta alle telecamere di Rockol in perfetta forma, sorriso smagliante e pettinatura afro; sulla sedia si agita un po’ ma si percepisce l’entusiasmo di chi sembra finalmente aver trovato il giusto team di lavoro attraverso il quale esprimersi, senza mezzi termini: “E’ un progetto ‘cazzuto’, nel senso che è ciò che più mi rappresenta. Io arrivo dal musical, dal teatro, mi sono fatta veramente una sana gavetta. Mi è stata offerta la possibilità di uscire come solista e ammetto di aver sbagliato numerose volte all’inizio. E invece questa volta credo di aver preso la direzione giusta”. A diciotto anni Senhit è già protagonista del musical “Il grande campione”, con Massimo Ranieri, e in seguito ottiene il ruolo di Nala nella produzione tedesca del musical “The Lion King”, scritto da Tim Rice ed Elton John. Terminato il tour al fianco del ferino sovrano, la Disney on Broadway le propone un ruolo da protagonista in “Hair” e quello di Carmen in “Fame”. Nel 2006 rientra in Italia, decisa a dare l’avvio alla sua carriera solista, di cui il brano "Don’t call me" è l’ultimo esempio; Senith non nasconde l’intenzione di creare qualcosa di commercialmente appetibile: “Cercavamo la classica hit estiva; con Corrado abbiamo cercato di arrangiare il brano con uno stile molto commerciale, cercando però di tenere delle sonorità un po’ esotiche , con l’uso di percussioni e tamburi. E’ un pezzo ballabile, energico; stiamo cercando di utilizzare tutte le mie peculiarità”. Il singolo è firmato da Busbee, autore di hit come "Try" di P!nk e "If we ever meet again" di Timbaland e Katy Perry.
Il brano che lo ha preceduto, “Relations”, sembra avere delle sonorità diverse, se non altro per l’uso di chitarre, e ci chiediamo a quale dei due stili Senhit si senta più affine: “Senz’altro 'Relations', ma è stata una scelta quella di iniziare dando un’impronta di me un po’ più rock che pop. Con 'Don’t call me' abbiamo invece cercato di seguire il trend radiofonico italiano ed anche estero. Con il terzo singolo torneremo ad un genere più rock”.
C’è un confine sottile tra l’interpretare un personaggio scritto da altri, come nel musical, e interpretare il proprio personaggio, come la scena del pop richiede. Le chiediamo come ha vissuto questo passaggio: “All’inizio ero terribilmente spaventata. Mi sono buttata a capofitto in questa esperienza, da inesperta. Fino a qualche ora prima sapevo che dovevo cantare quella parte, interpretare quel ruolo, mi mettevo la maschera e via. Improvvisamente poi sono diventata Senhit che si offriva al pubblico. E’ stata una scelta temeraria, ma non ci siamo scoraggiati. Mi sono messa i vestiti di questo bellissimo progetto, in cui mi sento rappresentata a 360 gradi”.