Chi sono gli Andes Empire? Sono Miguel, Francesco e Simona; un trio emergente dal sangue latino, per due terzi romano e un terzo cileno; una band alternative rock dal groove deciso ed essenziale. E i vincitori del Red Bull Tourbus Chiavi in Mano 2013.
Il tourbus di Red Bull li sta aspettando e nel corso della prossima primavera i tre ragazzi saliranno a bordo di un'esperienza decisamente atipica che li porterà in giro per la Sardegna, esibendosi sul palco installato sul tetto del bus. Ma nell'attesa dei live gli Andes Empire si sono goduti la "prima parte" del premio conquistato, ovvero la produzione di un loro singolo ai Red Bull Studio di Londra, sotto l'attenta ed esperta guida di Olly Riva dei Fire.
Alla fine di un'intensa giornata di lavoro negli studi di registrazione abbiamo incontrato i ragazzi in un albergo londinese, per sapere direttamente da loro come è andata: "E' andata benissimo, è un'esperienza davvero bella che non avevamo mai fatto", ci ha raccontato Miguel, voce e mente del progetto che ha poi proseguito: "in passato avevo già lavorato con produttori, ma gli studi oggi erano davvero grandi e lo spazio era perfetto. Ho registrato la parte vocale e dovevo essere molto concentrato. Ci hanno fatto delle foto e ci siamo sentiti come delle star." Athena Anastasiu, fotografa degli studi, infatti ha messo i suo obiettivo a disposiizione dei ragazzi e ci ha regalato alcuni scatti del trio in sala prove:


Poi anche Francesco e Simona hanno preso la parola: "Oltre alla possibilità del live e della produzione del singolo, abbiamo a nostra disposizione persone che lavorano con una professionalità incredibile. L'attenzione e la modalità di gestione delle cose è pazzesca. Ci hanno messo nelle condizioni di poterci esprimere. Per esempio, ci siamo sentiti dire da artisti professionisti che quello che conta è il groove, che è più importante far emergere l'anima del gruppo piuttosto che concentrarsi con rigidità sui tecnicismi. Non ci aspettavamo tanta libertà nella professionalità. A livello creativo ci hanno indirizzato verso una struttura del brano che potesse essere un singolo vero e proprio, pensato anche a livello radiofonico e discografico. E' stato molto interessante anche perché alle volte non ci trovavamo d'accordo con Olly. Lui è molto veloce, intelligente e capace e stargli dietro alle volte è difficile."
Gli Andes Empire hanno una storia breve (anno di nascita 2010), ma già moto intensa e piena di piccoli sconvolgimenti interni. L'attuale formazione però è quella "definitiva" e nonostante sia in auge da circa quattro mesi è anche "quella che fa gruppo per davvero" mi hanno spiegato loro. "Andes Empire rievoca le Ande, vicine alle mie origini cilene" ha specificato Miguel, "Tutti le conoscono, ma nascondono sempre qualcosa di misterioso di naturale e indigeno che rimane inspiegabile. Io vengo da lì ed è il mio modo di sentirmi a casa anche nel nuovo gruppo. Il progetto è nato da me e negli anni poi è cambiato. A giugno scorso ho autoprodotto il primo disco con dieci canzoni, quelle che poi noi adesso riproponiamo nei live. Con Simona e Francesco il progetto si è concretizzato per davvero. Abbiamo già qualcosa di nuovo su cui concentrarci in futuro. La canzone che stiamo registrando adesso grazie al contest è stata realizzata proprio per l'occasione. Probabilmente si chiamerà 'Girl'"
E dopo un'esperienza del genere come si ritorna a in patria? "A Roma torneremo carichi e dovremo prepararci per li tourbus. Faremo una serie di live per scaldarci. Poi stiamo già lavorando al nuovo materiale. In qualche modo si deve far fronte al clima di generale frustrazione che aleggia intorno alla musica emergente in Italia. Le band compongono, scrivono pezzi e provano ma senza troppa convinzione. E' più una cosa personale. Paradossalmente è più facile suonare a Londra che in Italia. Basta mandare della mail ai gestori dei locali e tutti ti rispondono. In Italia non è così purtroppo, ed è grave. Perché poi si innesta un circolo vizioso."
In ultimo, una (doverosa) domanda a chi li ha seguiti nel loro viaggio, prendendoli per mano e occupandosi della realizzazione vera e propria del singolo, ovvero a Olly che ha visto in loro quel qualcosa in più che, tra le altre cose, ha permesso agli Andes Empire di emergere tra più di 1000 band: "Secondo me loro hanno il pregio e il difetto di avere un pregio-difetto. Nel senso che, come produttore, la maggior parte delle volte che lavoro chiedo a un gruppo di trovare qualcosa che faccia schifo ma che spacchi. A loro invece non l'ho chiesto, perché c'è già. Ed è evidente. Se si pensa a un qualsiasi artista di qualsiasi livello e nazionalità gli si troverà sempre qualcosa che li caratterizza nel male. E' giusto che ognuno abbia la sua espressione anche nella negatività e quello che per me è importante quando ascolto le performance di un gruppo è che queste non siano dettate dalla tecnica, ma dal fatto che il pezzo rotola e senza problemi. Ti entra in testa. Loro hanno proprio questa capacità, senza doverla cercare. Quindi non è stato difficile trovare il fattore x. Che non è l'X factor! Poi Miguel ha una voce che ricorda tanti cantanti, ma nessuno in particolare. Ha un approccio scazzato, spocchioso, anche se in realtà è solo una percezione di chi lo ascolta. Sia sugli alti che sui bassi lui non cambia mai, mantiene quella sua cosa immutata. E questa è una bella fortuna. Hanno vinto perché in loro la giuria ha percepito un tocco internazionale."