
A un anno di distanza dall’uscita di “Frankenstein”, Enrico Ruggeri pubblica una nuova versione del concept album ispirato al romanzo di Mary Shelley, "Frankenstein 2.0”. Non una semplice riedizione - con l’aggiunta di quattro inediti -, ma un nuovo disco completamente riarrangiato e risuonato portando in risalto il suono a presa diretta, live: “Questa è stata la mia trentunesima volta in studio”, racconta il cantautore milanese durante l’incontro con la stampa a Milano, “E di ritornarci per rifare un disco già uscito non mi era mai successo. Penso che questo sia il disco più bello che ho fatto, e avevo davvero una gran voglia di risuonarlo. Uno deve pur divertirsi a fare questo mestiere, così ho pensato di registrare anche quattro nuovi brani”. Già, gli inediti. Quattro nuove canzoni con uno stampo rock-elettronico che subito fanno pensare ai primi anni di carriera di Ruggeri con i Decibel: “Che ci devo fare, a me piacciono un sacco di cose nella musica. Sono uno che ama cambiare e ripescare genere musicali, poi quando vedo che ho scelto uno stile che sta prendendo troppo piede mi ritiro nel mio guscio e penso a qualcosa di nuovo ancora. Sia chiaro, non ho mica inventato niente, semplicemente mi è capitato spesso di anticipare le mode. Poi non sono un grande stratega, non faccio calcoli sulle pubblicazioni dei dischi o sulle tournée. Forse avrei dovuto fermarmi ogni tanto, ma mi piace troppo suonare dal vivo”. Il primo singolo estratto è l’inedito “L’onda”, un brano deciso e orecchiabile che denuncia il conformismo della società odierna: “Mi piace molto, si sente già suonare ovunque e non può che farmi che piacere. Al giorno d’oggi tutti si preoccupano di dire e fare la cosa giusta. E’ tutto un po’ troppo politicamente corretto, bisogna stare attenti a tutto quello che si dice. Nell’altro inedito ‘In un Paese normale’, invece”, continua Ruggeri, “sollevo un grido d’amore per l’Italia e per chi dall’estero sta cercando di fare qualcosa. Forse se la gente si facesse sentire un po’ di più, se alzasse anche la voce oltre ad andare a votare… E invece no, invece è da quando sono ragazzo che sento dire che stiamo pagando gli errori fatti da qualcun’altro. Nessuno si fa carico mai delle responsabilità di questo Paese. Manuel Agnelli degli Afterhours ha detto che abbiamo fallito come artisti perché non siamo riusciti a trasmettere i giusti valori al nostro pubblico? Mi dispiace ma non sono d’accordo e rimando al mittente. Io non mi sento di aver fallito, io ho fatto e faccio quello che so fare, cioè il cantautore, con più o meno talento”.
All’interno della nuova edizione di “Frankenstein” sono presenti anche due collaborazioni, quella con Pico Rama , primogenito di Ruggeri, e quella con Dargen D’Amico : “‘Insegnami l’amore’ era già nel disco di Pico, ha un bel suono elettronico, mi piace molto. Con Dargen invece abbiamo fatto ‘Per fare un uomo’, già presente in ‘Frankenstein’, ed è diventata una poesia rock. Dargen è molto bravo, è uno di quelli che conferma che i rapper possono davvero essere i nuovi cantautori, non tutti, è chiaro, ma c’è qualcuno che fa la differenza, mi vengono in mente Ghemon , Salmo …”.
Ruggeri partirà la prossima settimana per una tournée teatrale con uno spettacolo nuovo: “La prima parte del concerto sarà incentrata sui brani del disco e inserirò anche ‘Trans’, un mio pezzo tratto da ‘Peter Pan’ del 1991, mentre la seconda parte sarà più interattiva, chiederò al pubblico di scrivermi tramite Twitter e risponderò ad alcune domande in diretta”.