
Giuni Russo, splendida voce siciliana che qualche anno fa sbancò le classifiche con una canzone ultrapop - “Un’estate al mare” - terrà giovedì 29 aprile, al teatro Ponchielli di Cremona, un recital nel corso del quale interpreterà, oltre a brani tratti dal suo ultimo album “Voce prigioniera”, anche arie da camera e canzoni firmate da Franco Battiato e Juri Camisasca.
Personaggio singolare e atipico della scena italiana, Giuni Russo (vedi anche in Artisti) ha recentemente dichiarato a “La Stampa”: «Dio mi ha dato un talento, più volte ho cercato di dire 'non canto più', invece è come portare avanti un dono di Dio. Può sembrare superbia, ma le mie guide spirituali mi hanno detto così». E, a proposito di Sarah Brightman e Emma Shapplin: «Sono orgogliosa di essere una cantante leggera, ma loro sono scarse come cantanti liriche: cantano solo in forma lirica e mettono becco nella musica leggera. Quei belati che hanno nella gola non sono molto belli e nella lirica sono aboliti. A me il canto lirico serve come coloritura, come gioco, nulla di più», aggiungendo, a proposito di una nuova proposta dell’ultimo Festival di Sanremo: «La mia discografica di allora veniva a casa con lo champagne, per convincermi a incidere canzoni commerciali come “Limonata cha cha cha”: adesso invece, mi fa imitare dalle nuove leve».
Non possiamo che riportare quanto abbiamo già avuto occasione di scrivere qualche mese fa: «Negli ultimi anni la Russo è stata sistematicamente snobbata dal sistema dell’informazione. Il nostro auspicio è che Giuni - che già venne alla ribalta grazie al patrocinio di Franco Battiato con un album epocale come “Energie” - possa ritrovare lo spazio che una voce strepitosa come la sua giustamente merita di avere nel panorama italiano e anche internazionale. E ci auguriamo che il tempo abbia ammorbidito certe sue asperità caratteriali che certo non le hanno facilitato i rapporti con lo show business».
Personaggio singolare e atipico della scena italiana, Giuni Russo (vedi anche in Artisti) ha recentemente dichiarato a “La Stampa”: «Dio mi ha dato un talento, più volte ho cercato di dire 'non canto più', invece è come portare avanti un dono di Dio. Può sembrare superbia, ma le mie guide spirituali mi hanno detto così». E, a proposito di Sarah Brightman e Emma Shapplin: «Sono orgogliosa di essere una cantante leggera, ma loro sono scarse come cantanti liriche: cantano solo in forma lirica e mettono becco nella musica leggera. Quei belati che hanno nella gola non sono molto belli e nella lirica sono aboliti. A me il canto lirico serve come coloritura, come gioco, nulla di più», aggiungendo, a proposito di una nuova proposta dell’ultimo Festival di Sanremo: «La mia discografica di allora veniva a casa con lo champagne, per convincermi a incidere canzoni commerciali come “Limonata cha cha cha”: adesso invece, mi fa imitare dalle nuove leve».
Non possiamo che riportare quanto abbiamo già avuto occasione di scrivere qualche mese fa: «Negli ultimi anni la Russo è stata sistematicamente snobbata dal sistema dell’informazione. Il nostro auspicio è che Giuni - che già venne alla ribalta grazie al patrocinio di Franco Battiato con un album epocale come “Energie” - possa ritrovare lo spazio che una voce strepitosa come la sua giustamente merita di avere nel panorama italiano e anche internazionale. E ci auguriamo che il tempo abbia ammorbidito certe sue asperità caratteriali che certo non le hanno facilitato i rapporti con lo show business».
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