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JOHN MELLENCAMP - Trouble No More
Il terzo album per la Columbia del grande folk-rocker americano. Nei negozi dal 30 maggio
Torna John Mellencamp con il suo terzo album per la Columbia, l'ennesimo di una lunga e importante carriera che si arricchisce ora di un capitolo di estrema importanza.
Trouble No More e le sue 12 canzoni (tutti standard folk-blues più "To Washington", un traditional con testo a firma Mellencamp, e un brano scritto dall'emergente Lucinda Williams) sono il messaggio di un artista arrabbiato, impegnato e profondamente legato alle radici musicali del suo paese. E' l'America già cantata da Woody Guthrie e Willie Dixon quella che alberga nel nuovo corrosivo album del rocker dell'Indiana, qui pronto ad indossare i suoi abiti più folk ed acustici. Un ritorno di classe con un occhio spietato alla politica di Bush.
1 - "Stones in My Passway" (di Robert Johnson)
2 - "Death Letter" - (di Son House ma cantata anche da Blind Willie Johnson )
3 - "Johnny Hart" - (un traditional interpretato anche da Woody Guthrie)
4 - "Baltimore Oriole" - (di Hoagy Carmichael)
5 - "Teardrops Will Fall" - (dal repertorio di Dickie Doo and the Don'ts)
6 - "Diamond Joe" - (Traditional con nuove liriche di Mellencamp)
7 - "The End of the World" - (dal repertorio di Skeeter Davis, brano firmato da Sylvia Dee e Arthur Kent)
8 - "Down in the Bottom" - (di Willie Dixon ma cantata anche da Howlin' Wolf )
9 - "Lafayette" - (di Lucinda Williams)
10 - "Joliet Bound" - (dal repertorio di Memphis Minnie's, firma di Kansas Joe McCoy e Memphis Minnie McCoy)
11 - "John the Revelator" - (Traditional/Son House)
12 - "To Washington" - (un tradizional, cantato anche da Guthrie, qui con testo "rivisto" da Mellencamp)
JOHN MELLENCAMP - Trouble No More
Il terzo album per la Columbia del grande folk-rocker americano. Nei negozi dal 30 maggio
Torna John Mellencamp con il suo terzo album per la Columbia, l'ennesimo di una lunga e importante carriera che si arricchisce ora di un capitolo di estrema importanza.
Trouble No More e le sue 12 canzoni (tutti standard folk-blues più "To Washington", un traditional con testo a firma Mellencamp, e un brano scritto dall'emergente Lucinda Williams) sono il messaggio di un artista arrabbiato, impegnato e profondamente legato alle radici musicali del suo paese. E' l'America già cantata da Woody Guthrie e Willie Dixon quella che alberga nel nuovo corrosivo album del rocker dell'Indiana, qui pronto ad indossare i suoi abiti più folk ed acustici. Un ritorno di classe con un occhio spietato alla politica di Bush.
L'elenco delle canzoni e qualche preziosa informazione:
1 - "Stones in My Passway" (di Robert Johnson)
2 - "Death Letter" - (di Son House ma cantata anche da Blind Willie Johnson )
3 - "Johnny Hart" - (un traditional interpretato anche da Woody Guthrie)
4 - "Baltimore Oriole" - (di Hoagy Carmichael)
5 - "Teardrops Will Fall" - (dal repertorio di Dickie Doo and the Don'ts)
6 - "Diamond Joe" - (Traditional con nuove liriche di Mellencamp)
7 - "The End of the World" - (dal repertorio di Skeeter Davis, brano firmato da Sylvia Dee e Arthur Kent)
8 - "Down in the Bottom" - (di Willie Dixon ma cantata anche da Howlin' Wolf )
9 - "Lafayette" - (di Lucinda Williams)
10 - "Joliet Bound" - (dal repertorio di Memphis Minnie's, firma di Kansas Joe McCoy e Memphis Minnie McCoy)
11 - "John the Revelator" - (Traditional/Son House)
12 - "To Washington" - (un tradizional, cantato anche da Guthrie, qui con testo "rivisto" da Mellencamp)
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