
Non si è fatta attendere la contromossa di Lady Gaga alle minacce rivoltegli solo pochi giorni fa dal governo russo, che ha paventato la possibilità di aprire un'indagine per violazione sulle locali leggi sull'immigrazione da parte della cantante per un concerto - durante il quale vennero lanciati messaggi di solidarietà alla comunità LGBT autoctona - tenuto nel 2010: "Il governo russo è criminale", ha twittato poche ore fa miss Germanotta, "All'oppressione si risponderà con la rivoluzione. La comunità omosessuale locale non è sola: lotteremo sempre per la vostra libertà".
"Voglio incoraggiare la minoranza LGBT russa", ha aggiunto la cantante: "L'inasprimento legislativo del governo locale è arcaico. Aggredire ragazzi con spary urticante? Picchiarli? Beh, Madre Russia, perché non hai arrestato anche me, quando ne avevi avuto la possibilità? Forse perché avresti dovuto renderne conto al mondo?". Gaga, infatti, nel 2009, corse il rischio di incappare nelle maglie delle autorità del Cremlino per uno show non gradito in Piazza Rossa, a Mosca: sebbene non ufficialmente incriminata, l'artista fu costretta a lasciare in tutta fretta il paese.