
Credits: Videozone
E’ “Irene”, l’installazione creata da Carlo Forcolini e Thomas Berloffa ispirata all’omonima città acustica descritta da Italo Calvino nel libro “Le città invisibili”, l’opera realizzata con il contributo della musica degli Afterhours in esposizione alla mostra in corso a Milano, “Le città in/visibili”.
Il gruppo di Manuel Agnelli ha composto per essa un brano inedito, scomposto in sei partiture, che si ascolta per intero, restando al di fuori delle quattro colonne che racchiudono la città immaginaria.
“Una città di suoni”, spiega il cantante degli Afterhours a riguardo della musica composta, “è da lontano un insieme armonico con un solo carattere. Più ci si avvicina però, più si perde il concetto di unità. I musicisti e le diverse fonti sonore, i ‘quartieri’ musicali, sono musicalmente comunicanti ma distanti e indipendenti fra loro, vivono di vita propria e prendono, durante il percorso, il sopravvento uno sull’altro. Il visitatore viene o assorbito e accettato dal sistema come parte integrante, o, se troppo rumoroso, si trasforma nell’elemento disturbante che altera l’armonia dell’ecosistema sonoro, producendo la reazione della fonte musicale a lui più vicina, che esce dalla chiave armonica e dal ritmo delle altre”.
L’installazione è attualmente visibile alla Triennale di Milano nell’ambito della mostra “Le città in/visibili”, dedicata all’omonimo romanzo del ’72 di Calvino, e che proseguirà fino al 9 marzo 2003. I visitatori che si presenteranno alla Triennale con la copertina dell’ultimo CD degli Afterhours “Quello che non c’è”, avranno uno sconto sul biglietto d’ingresso.
Il gruppo di Manuel Agnelli ha composto per essa un brano inedito, scomposto in sei partiture, che si ascolta per intero, restando al di fuori delle quattro colonne che racchiudono la città immaginaria.
“Una città di suoni”, spiega il cantante degli Afterhours a riguardo della musica composta, “è da lontano un insieme armonico con un solo carattere. Più ci si avvicina però, più si perde il concetto di unità. I musicisti e le diverse fonti sonore, i ‘quartieri’ musicali, sono musicalmente comunicanti ma distanti e indipendenti fra loro, vivono di vita propria e prendono, durante il percorso, il sopravvento uno sull’altro. Il visitatore viene o assorbito e accettato dal sistema come parte integrante, o, se troppo rumoroso, si trasforma nell’elemento disturbante che altera l’armonia dell’ecosistema sonoro, producendo la reazione della fonte musicale a lui più vicina, che esce dalla chiave armonica e dal ritmo delle altre”.
L’installazione è attualmente visibile alla Triennale di Milano nell’ambito della mostra “Le città in/visibili”, dedicata all’omonimo romanzo del ’72 di Calvino, e che proseguirà fino al 9 marzo 2003. I visitatori che si presenteranno alla Triennale con la copertina dell’ultimo CD degli Afterhours “Quello che non c’è”, avranno uno sconto sul biglietto d’ingresso.
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